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Il riformista Ichino se ne va: «Pd ambiguo, non mi candido»

I riformisti nel Pd non abbondano certo. E ieri ha fatto un passo indietro anche uno dei più noti e autorevoli: Pietro Ichino (nella foto). Il giuslavorista e senatore democratico ieri ha annunciato la sua rinuncia a partecipare alle primarie parlamentari del partito. Il senatore ha spiegato che la sua decisione è causata da «alcuni difetti gravi di chiarezza che vedo nella linea seguita oggi dal vertice del Pd e l'imbarazzo in cui mi troverei, domani, nel fuoco della campagna elettorale, se questa ambiguità non venisse superata».
Quindi non è arrivata la sua domanda, alla segreteria del Pd milanese che ieri ha formato la lista dei candidati. «A spingermi verso questa scelta - ha scritto Ichino sul suo blog - concorrono soprattutto alcuni difetti gravi di chiarezza che vedo nella linea seguita oggi dal vertice del Pd e l'imbarazzo in cui mi troverei, domani, nel fuoco della campagna elettorale, se questa ambiguità non venisse superata». «La campagna elettorale - ha proseguito il giuslavorista - mi costringerebbe a negare l'ambiguità di fondo nella linea del partito sulla questione fondamentale della strategia europea dell'Italia per uscire dalla crisi, più volte denunciata ma a tutt'oggi non risolta».
In provincia di Milano sono quindi in corsa, tra gli altri, i parlamentari uscenti Barbara Pollastrini, Emila De Biasi, Fiorenza Bassoli, Emanuele Fiano, Vinicio Peluffo, Emilio Quartiani e Luigi Vimercati, che non hanno dovuto raccogliere le firme.

Decisi a presentarsi anche il consigliere regionale del Pd Franco Mirabelli, il capogruppo nel Consiglio provinciale Matteo Mauri, il consigliere comunale Marilisa D'Amico, il coordinatore milanese Francesco Laforgia e il consiglieri provinciali Ezio Casati e Paolo Cova. Non è in lista il vicepresidente del Pd Ivan Scalfarotto, che probabilmente troverà posto nel listino bloccato.

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