Riforniva di cocaina tutto il quartiere

Un sessantenne gestiva dal bar della compagna il traffico di stupefacenti

Riforniva di cocaina tutto il quartiere

Nelle sue mani un intero quartiere, Baggio. Mica male a 60 anni suonati per Franco, pluripregiudicato per spaccio di stupefacenti. Accusato dalla squadra investigativa del commissariato «Lorenteggio» di essere responsabile - nonché vero punto di riferimento nella zona - di un «giro» di cocaina particolarmente consistente o, comunque, ben collaudato. Merce, ça va sans dire, di ottima qualità.

I poliziotti che l'hanno catturato giovedì sera hanno agito su segnalazione dei cittadini. «Da circa un mese stiamo fermando diverse persone grazie alle indicazioni dei residenti di Baggio. Siamo in stretto contatto con molti di loro e anche con diverse associazioni del quartiere» ha spiegato il dirigente del commissariato, Giovanni Giammarrusti.

Le indagini hanno consentito di accertare che l'uomo faceva i suoi affari appoggiandosi a un bar di via Plami, abituale luogo di ritrovo di pregiudicati e soggetti noti per lo spaccio di droga, un locale gestito dalla sua compagna.

È proprio qui che è scattato il blitz di giovedì. Dopo una intensa attività di osservazione e appostamenti, gli investigatori hanno notato infatti che l'uomo si recava spesso in una cantina proprio nei pressi del bar, per poi ritornare nel locale e scambiare qualcosa con gli altri avventori.

I poliziotti sono entrati in azione dopo aver bloccato l'uomo. Quindi, all'interno di una cantina adiacente al bar dove Franco si recava spesso e con atteggiamento particolarmente guardingo, hanno rinvenuto, nascosti in una busta di carta per il pane, 471 grammi lordi di cocaina, materiale per il confezionamento, mannite (sostanza da taglio) 1.270 euro in contanti e due bilancini.

Così, mentre droga e materiale venivano sequestrati, per il 60enne sono scattate le manette. Tutto questo mentre la zona continua ad essere tenuta sotto stretta sorveglianza dagli uomini della squadra investigativa del commissariato Lorenteggio.

«A chiudere la cantina c'era una porta blindata, di ferro pesante» spiegano gli investigatori che dalle 13 alle 19 di giovedì

hanno seguito il pregiudicato in tutti i suoi particolarissimi spostamenti. La stessa cantina era organizzata come un piccolo laboratorio dove la cocaina- trovata ancora purissima, non tagliata, veniva pesata e confezionata.

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