«Perché queste realtà hanno portato e stanno portando anche tanto, tanto valore a quei quartieri».
Valore? Chissà a quanti milanesi, sentendo l'intervista rilasciata ieri mattina dal sindaco Giuseppe Sala a Radio Popolare, si sono rizzati i capelli in testa davanti alla dichiarazione del primo cittadino. Da quando gli stabili occupati e chi li occupa hanno portato a Milano del valore, di qualunque tipo si tratti, solo Sala lo sa. Un nome a caso? Basta chiedere ai residenti di via dei Transiti, strada stretta nel quartiere Loreto, che collega viale Monza con via Padova, simile a molte altre della periferia est di Milano. I «ragazzi» del T28 (dal nome del civico, anche se non si escludono riferimenti con l'omonimo carro armato, il più pesante mai costruito negli Usa) occupano lo stabile dal 1975. Negli anni l'occupazione «politica» si è risanata e ora i residenti si sono tutti regolarizzati come abitanti degli appartamenti, in uno dei quali c'è addirittura un ambulatorio medico per chi non ha la possibilità di pagare per una visita. Tuttavia lo zoccolo duro su certi argomenti proprio non transige. Basti pensare che nei giardinetti di fronte allo stabile le forze dell'ordine non possono fare blitz plateali (ma solo contenuti controlli) per bonificare dallo spaccio di droga quella che viene considerata una tra le «piazze» dove il fenomeno criminale è più conclamato e le cui bande finora nessuno è mai riuscito a smantellare del tutto. Questo perché i residenti del 28 sono piuttosto suscettibili sull'argomento e ci vuole niente a farli scendere sul piede di guerra per difendere, a loro personalissimo parere, dal «razzismo» chi è «in fuga da realtà di guerra e di sofferenza».
Chi sta ancora festeggiando sono i cittadini di via Val Bogna e dintorni - in zona Calvairate, tra via Tito Livio e viale Umbria. Il 31 luglio la polizia ha sgomberato i rumorosissimi ragazzi del collettivo di matrice antagonista «Lambretta» che avevano occupato lo spazio al civico 10 dal febbraio 2017 dopo l'ennesimo spostamento, prima da via Cornalia e subito dopo da via Canzio. I residenti erano a dir poco esasperati.
Desolazione totale, numerosi appartamenti (addirittura alcuni con dei lucchetti alle porte) materassi, valigie, siringhe che lo indicano come rifugio per stranieri, ma anche per spacciatori e tossicodipendenti, resta lo stabile comunale dell'ex scuola di via Adriano 60. Proprio lì, a ottobre 2014, un giovane marocchino morì dopo esser stato gettato da una finestra durante una lite.
Sempre in zona, all'angolo tra la via Adriano e via Mulas, in uno dei tanti stabili dismessi usati come ricovero da stranieri irregolari e sbandati, nell'agosto di due anni fa un pregiudicato marocchino 35enne, già accusato di stalking dalla sua ex, una italiana di 25 anni, armato di un coccio di bottiglia, la costrinse a seguirlo all'interno dove la picchiò e la violentò.
Languono anche le richieste di messa in sicurezza di altri stabili occupati, stavolta di proprietà privata, quali ad esempio quelli di via Iglesias (zona Gorla), via Esterle (zona Palmanova) via Mosso (zona Rovereto) e il quartiere fantasma creatosi tra le vie Antegnati,
Gabussi e Amidani , in zona Ripamonti che ricorda molto la desolazione del quartiere San Lorenzo di Roma, dove appena qualche giorno fa è stata stuprata e uccisa da un gruppo di extracomunitari la sedicenne Desirée Mariottini.
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