Rilanciare le periferie? Per il Comune bastano cento piante di mais

I vasi con il granoturco sono destinati ai quartieri più degradati Gli ideatori: «Nuova vita alle zone». Girtanner: «Siamo alla frutta»

Rilanciare le periferie? Per il Comune bastano cento piante di mais

Si scrive «Quantomais», si legge, o meglio si vede: 400 cassoni di terra contenti in totale 1500 piante di granoturco che hanno fatto bella mostra di sè tra le due piramidi dell'Expo Gate, dal 1 agosto al 7 settembre. Forse non tutti i lettori hanno potuto ammirare la foresta di mais in pieno centro, ma ora anche chi abita in periferia ne avrà la possibilità. Il progetto nato per Expo, è stato pensato per durare nel tempo e allargarsi in maniera tentacolare nelle zone più degradate della città. o meglio per riqualificarle. Come si possano riqualificare quartieri profondamente degradati come la Barona o il Giambellino con delle piante di mais, è tutto da vedere...

«Quantomais è un progetto dal fortissimo impatto estetico - spiegava Caroline Corbetta, curatrice di Expo Gate - ma anche emotivo perché in grado di rievocare la memoria personale e collettiva. Tutti noi abbiamo un ricordo legato ai campi di mais, dalle campagne dell'infanzia alle numerose pellicole cinematografiche che li vedono presenti». Con la posa del mais in Expo Gate si apre il bando per adottare uno o più moduli del campo e distribuirli a chi ne farà richiesta. «In questo modo il progetto perderà il suo carattere temporaneo e continuerà a vivere in altri punti della città» spiega Giovanni Rivolta dello studio A4A, tra gli ideatori dell'iniziativa. Ma l'8 settembre le richieste di adozione delle piante, con tanto di vaso, superano la disponibilità di bancali e il bando viene chiuso in anticipo.

Peccato che il consiglio di zona 6, martedì scorso, abbia approvato la delibera con cui gli organizzatori donano 59 fioriere alla zona. «In teoria queste piante erano destinate ai cittadini - osserva Massimo Girtanner consigliere di zona e coordinatore cittadino FdI - poi è stato detto che le richieste erano troppe, ora le piante con gli enormi vasi rispuntano come donazione. Il successo annunciato sul sito alla fine non è che spreco di denaro pubblico e l'omaggio dei vasi non è altro che disfarsi di vasi brutti e ingombranti difficili da custodire».

«Attraverso il posizionamento dei cassoni in spazi pubblici scarsamente frequentati perché degradati il progetto mira a ridare nuova vita e immagine a situazioni problematiche - si legge sul sito di “Quantomais (In periferia)” -. La collocazione di nuovi elementi di arredo urbano, in aree che ne sono prive, può costituirsi come leva per attivare una riflessione progettuale, ricostruendo una percezione positiva di quetsi luoghi». Come si può pensare di riqualificare quartier degradati come la Barona, il Giambellino, San Siro, Baggio con il granoturco? A caval donato non si guarda in bocca...

L'iter delle donazioni, ormai è partito è prevede di collocare un centinaio di cassoni tra San Siro, Baggio, Gallaratese, Giambellino - Lorenteggio, Solari e Barona. «Siamo alla frutta - tuona Girtanner - un po' di terra, due pannocchie, qualche rom e via al degrado. Faremo un'interrogazione in consiglio comunale per sapere quanto è costata ai imilanesi questa bella iniziativa».

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