Il rimpasto in Regione: la sanità resta a Maroni Aprea sempre più vice

Incontro ad Arcore con Berlusconi su nuovi assessorati e incarichi Deleghe a Melazzini, Gallera e Capelli

Un aperitivo delle diciannove ad Arcore tra Roberto Maroni e Silvio Berlusconi per parlare del futuro della Regione Lombardia. Non sono poche le decisioni e i dettagli da mettere a punto per formare la nuova giunta che sarà annunciata venerdì dal presidente della Regione e l'incontro è stato interlocutorio, anche se la soluzione ormai più probabile è che sia lui stesso, Maroni, a mantenere ad interim l'incarico di superassessore al Welfare, almeno finché sarà individuato un successore. È stato anche il leader della Lega, Matteo Salvini, a caldeggiare l'ipotesi durante una puntata ieri mattina in consiglio regionale. «Per me le deleghe può tenerle anche Maroni», ha detto il segretario della Lega, con una battuta che è sembrato un modo di marcare il terreno per la Lega.

Maroni ha ribadito ancora una volta che dopodomani si presenterà a Palazzo Lombardia con la nuova squadra e la scelta immediata riguarderà sicuramente il vicepresidente: in pole position rimane Valentina Aprea, che ha molte frecce al proprio arco, prima di tutto un rapporto di fiducia sia con Maroni che con Berlusconi, che ieri durante l'incontro ha ribadito la stima per l'assessore all'istruzione, adatta a «un rilancio dell'immagine». Sullo sfondo rimane aperta anche la possibilità di Fabrizio Sala, preferito dagli eletti.

Si parla di una promozione ad assessore per Giulio Gallera, che continuerà ad occuparsi della Città metropolitana e accorperò altre deleghe. Tra competenze che dovrebbero essere trasferite a Forza Italia, si discute anche delle Attività produttive. Tra le novità, nasce un incarico di sottosegretario alla Trasparenza e alla legalità, che sarebbe affidato all'ex pm Russo, vicino a Maroni. Si è parlato anche di un assessorato alle Pari opportunità.

Berlusconi, che era affiancato da Alberto Zangrillo, primario del San Raffaele, ha parlato del futuro della sanità chiedendo un esponente tecnico, che però non convince Maroni. Non è stata esclusa un'ipotesi interna, ovvero che il tecnico sia Mario Melazzini, esponente Ncd, ma la continuità con Cl è è troppo forte perché la soluzione sia effettivamente varata. In ogni caso, anche se non sarà lui l'erede del superassessore Maroni, il ruolo di Melazzini dovrebbe essere concentrato sull'acquisizione di deleghe della Sanità che riguardano ricerca e sviluppo. Melazzini cederebbe però l'artigianato a Mauro Parolini. Un riconoscimento sarebbe assegnato anche a Angelo Capelli, esperto Ncd della riforma sanitaria: avrebbe un incarico di delegato alla sanità con il ruolo di tenere i rapporti con il governo. In questo contesto Mauro Parolini acquisirebbe da Melazzini l'artiginato.

L'alternativa per il Welfare, chiesta da

Forza Italia, era quella di un supertecnico, con un profilo di grande competenza e trasparenza. I nomi sono stati messi sul tavolo e la soluzione non è archiviata ma solo rimandata: trovare la persona giusta non è semplice.

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