La ripresa? Uno su due non arriva a fine mese

La ripresa? Uno su due non arriva a fine mese

Camminando per Milano capita che un milanese chieda: «Qui vicino c'è un negozio di compro oro?». La domanda non è innocua, ma è il campanello d'allarme che segnala lo stato di coma economico delle famiglie lombarde che, mangiati i risparmi, si sono indebitate con le banche e sono costrette a ricorrere a tutti i sistemi pur di racimolare denaro.

L'acuta situazione d'emergenza è stata segnalata ieri davanti alla commissione consiliare antiracket da Luciano Gualzetti, presidente della Fondazione San Bernardino e segretario generale del Fondo Famiglia Lavoro, che dal gennaio 2013 ha raccolto ben 6 milioni di euro in beneficenza, cifra che è già stata redistribuita in poco tempo viste le necessità. «Sette anni di crisi hanno eroso i risparmi delle nostre famiglie. Il pericolo che finiscano nelle mani degli strozzini, alimentando l'economia criminale dell'usura è un dramma da non sottovalutare».

I dati rilevati dall'Eurispes parlano di un 47,2 per cento di nuclei familiari impossibilitati a arrivare a fine mese con le entrate degli stipendi, un aumento del 16,4 per cento rispetto allo scorso anno. Il 62,8 per cento è costretta a ricorrere al conto in banca, contro il 51,8 per cento del 2013. Un italiano su tre ha chiesto un prestito bancario negli ultimi tre anni e nel 7 per cento se l'è visto negare.

Sono percentuali che spiegano il perché anche il Fondo Famiglia Lavoro si trovi a dover intervenire in un contesto complesso e venga tempestato da richieste a cui non sempre riesce a dare una risposta. Ma il mondo cattolico non può fare a meno di sperare che arrivi la mano della provvidenza. «Il volontariato e la generosItà dei milanesi stanno facendo fronte al ritardo della ripresa economica sempre più annunciata ma non ancora arrivata» ha sottolineato Gualzetti.

Una buona ventata d'energia si è verificata a Natale grazie all'iniziativa «I regali del Cardinale» che ha raccolto oltre centomila euro, ma di iniziative così ce ne dovrebbero essere non solo a Natale per impedire che un padre o una madre di famiglia si trovi a entrare

in circuiti fuori legge solo per assicurare il cibo ai figli. «Continuiamo a fare appello ai cittadini generosi, che vivono in condizioni fortunate. C'è bisogno dell'aiuto di tutti insieme al sostegno delle istituzioni».

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