Il sopralluogo del Ris, l'impegno nella ricerca dell'arma del delitto, la raccolta di reperti di Dna sulla scena del crimine: sono tutti tasselli che servono a comporre il mosaico e a risolvere il giallo dell'omicidio di Antonietta Migliorati. O persino a confermare, con puntelli certi, l'identità dell'assassino su cui gli inquirenti avrebbero già un'idea precisa. Che si rivelerà giusta? Lo diranno le prossime ore.
Antonietta Migliorati, vedova 73enne, è stata trovata dalla figlia intorno alle 21 di giovedì nel bagno della sua casa di via Belvedere a Rho. Aveva la gola tagliata e diverse ferite da coltello (o punteruolo). Le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di Monza, coordinati dal pm di Milano Antonio Cristillo, sono intense. Il cerchio si starebbe stringendo intorno al colpevole. Cercato tra amici e conoscenti della vittima. La quale con ogni probabilità conosceva bene il suo aggressore, che aveva fatto entrare o cui aveva confidato che era solita lasciare la porta socchiusa. La casa inoltre è stata trovate in ordine, nessuna porta o finestra è stata forzata e nulla è stato rubato. Tra le piste seguite, anche quella passionale. Cioè di un uomo che Antonietta Migliorati, signora gioviale e socievole, frequentava e che possa aver perso la testa uccidendola. Intanto per oggi è fissata l'autopsia sul corpo, disposta dalla Procura. Dall'esame arriveranno importanti risposte sul tipo di arma usata, sulle ferite che hanno causato la morte, sull'ora del delitto (che si collocherebbe nel pomeriggio di giovedì), su altri eventuali segni di violenza, di lotta o ferite da difesa. A un primo esame sul cadavere non sono stati riscontrati evidenti ferite o lividi, oltre alle coltellate. Da una verifica più approfondita però sarebbe spuntato il segno di una botta a un occhio. Più che un livido, un rigonfiamento che potrebbe essere stato causato da un pugno, una caduta oppure un violento colpo contro qualcosa.
Se le tracce genetiche (oppure impronte di scarpe o digitali) raccolte dal Ris forniranno un riscontro all'ipotesi su cui si concentrano gli inquirenti, la svolta è dietro l'angolo. Lo stesso accadrebbe se l'arma del delitto venisse ritrovata e se conservasse qualche residuo di Dna. Anche se l'assassino è stato evidentemente molto abile a farla sparire. Così come a sfuggire giovedì pomeriggio, in pieno giorno, agli occhi e orecchi dei vicini e dei passanti. Anche le telecamere di sorveglianza della zona sono al vaglio. Ma soprattutto lo sono le conoscenze e le frequentazioni di Antonietta, la ricostruzione delle abitudini di una vita molto tranquilla e ordinaria e dei suoi ultimi movimenti.
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