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La rissa finisce in omicidio E a Milano è boom di reati

In piazza Clotilde la lite fra due marocchini finisce con un morto e un ferito Il sindacato di polizia lancia l'allarme: aumentano furti, estorsioni e scippi

Si muore ancora troppo. E per troppo poco. I dati interforze relativi ai reati commessi tra Milano e provincia fino al 17 dicembre 2014 e forniti dalla questura martedì scorso parlano di un aumento del 22,7 per cento degli omicidi rispetto all'anno precedente. E anche il Sap (Sindacato autonomo di polizia) ieri ha posto il problema sulla pericolosità delle grandi città, tra le quali Milano, dove «leggi inadeguate e personale sotto organico rendono difficile garantire la sicurezza ai cittadini». Il sindacato, per bocca del suo segretario Gianni Tonelli, ha rimarcato che anche le denunce relative ai reati più insidiosi, quelli di strada, come gli scippi (+ 16,7 per cento nel capoluogo rispetto al 2013) e anche un aumento delle estorsioni che sotto la Madonnina hanno subito un incremento del 9,1 per cento se confrontate a quelle di 12 mesi fa.

I numeri, però, a volte sono freddi e apparentemente senza significato. Quanto sia invece «calda» la situazione sul fronte degli omicidi lo testimoniano fatti come quello accaduto poco dopo la mezzanotte della sera tra sabato e domenica in una zona centrale come piazza Principessa Clotilde, in zona Bastioni di Porta Nuova, a due passi tra il centro direzionale Garibaldi, l'ospedale Fatebenefratelli, corso Como, la questura e il comando provinciale dell'Arma. Secondo la ricostruzione dei carabinieri che indagano sul fatto un litigio tra due nordafricani è degenerato pesantemente e dalle parole si è passati ai fatti. All'arrivo dei soccorritori del 118 a terra c'erano un marocchino di 38 anni che, con ferite al volto e al cranio, era già in arresto cardiaco ed è morto poco dopo al Policlinico. Se l'è cavata, invece, il suo connazionale 25enne, ferito al collo e a un braccio, ricoverato al Niguarda dove i medici assicurano che vivrà. Lui, il sopravvissuto, è accusato «solo» di tentato omicidio. Dalle prime ricostruzioni, infatti, sarebbe stata la vittima ad aggredire per primo il 25enne con un coccio di bottiglia. Per tutta risposta il giovane lo avrebbe colpito con calci e pugni, gettato a terra e poi colpito più volte con un oggetto contundente. Potrebbe trattarsi di un paletto trovato nei paraggi, sradicato e utilizzato come «mazza» per colpire l'uomo in testa fino ad ucciderlo.

«Ben 264mila stranieri a Milano, senza alcuna azione di controllo e in assenza di strategie di integrazione, stanno portando la nostra città al collasso» commenta sconsolato il vice presidente del consiglio comunale di Milano Riccardo De Corato. «Non parliamo poi - gli fa eco il leader del Sap nell'intervento di ieri - dei problemi legati al codice penale e alla procedura penale, oltre alle previsioni contenute nella legge delega 67/2014, che riguarda la parziale depenalizzazione dei reati la cui pena è inferiore a 3 anni».

Va aggiunto che, purtroppo, la maggior parte degli omicidi nascono, come dicevamo, per ragioni banali.

Basti pensare, tanto per citarne alcuni, al 22enne Andrea Pobbiati, ucciso lo scorso 19 novembre con 15 coltellate da un amico sudamericano per un cellulare. Oppure il peruviano di 21 anni, Leo Jesus Guzman Cruz, morto il 7 dicembre per una coltellata a Quarto Oggiaro per mano di un filippino (l'assassino è ancora introvabile, ndr ) a cui non aveva voluto dare una birra.

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