Il ritorno degli scacchi parte dalle elementari «Una palestra di vita»

Il ritorno degli scacchi parte dalle elementari «Una palestra di vita»

Gioco e «brain training», incoraggiano la socializzazione e cancellano le differenze di origini, religione sesso e capacità: sono gli scacchi, che a Milano e in Lombardia stanno prendendo sempre più piede tra i giovanissimi: di appassionati under 16 se ne contano 400 e oltre, tra maschi e femmine.
Il «contagio» per questa passione avviene a scuola, soprattutto, e a Milano città almeno una trentina tra istituti pubblici e privati, medie ed elementari hanno inserito gli scacchi nel loro programma dalla terza elementare. Senza contare scuole «pilota», come il San Carlo di corso Magenta, dove già prima di imparare a leggere e scrivere si impara a muovre re, cavalli e fanti sulla scacchiera.
A incoraggiare il fenomeno degli scacchi tra i cittadini più giovani è la Società scacchistica milanese, nata ufficialmente nel 1881 nelle belle sale del Caffè del Leone di corso Vittorio Emanuele 36, e che nello stesso anno è riuscita a portare a Milano il torneo Nazionale presso la società Artisti e Patriottica, in Via Verdi.
Sembra però che in città un certo interesse per il gioco esistesse già verso la fine del Settecento, tra ricchi e nuova borghesia, nelle accademie, come quella «dei Pugni», fondata da Pietro e Alessandro Verri e Cesare Beccaria nel 1764. Tornando al 2013 e ai giovani milanesi, sono numerose le iniziative che li vedono coinvolti e lo sforzo della Società scacchistica milanese è quello di promuovere ancora di più questa attività con iniziative «fresche e invitanti» come, nella bella stagione come questa, le esibizioni in «simultanea» all'aperto dove un campione gioca contemporaneamente contro molti avversari. Oppure con «partite viventi», dove le pedine che si muovono sulla scacchiera sono persone in carne ed ossa.
Quello che conta, però, per imporre e diffondere il gioco è soprattutto il passaparola. Sia tra i ragazzi, affascinati dal piacere di una sfida all'avversario e alla propria intellgenza, sia per insegnanti e genitori a cui fornire la prova provata che gli scacchi aiutano nei risultati scolastici e nell'integrazione, combattendo anche il bullismo perché si impara a rispettare le regole: quando i ragazzi giocano a scacchi tutte le differenze vengono superate e ciscuno vale per quello che riesce a dimostrare.


Il 15 marzo 2012, inoltre, il parlamento europeo ha approvato l'inserimento degli scacchi tra le materie curriculari della scuola, fornendo indirettamente il riconoscimento ufficiale del valore educativo, formativo e riabilitativo di questo «passatempo» che tra campionati regionali e nazionali coinvolge tanti giovanissimi lombardi.
Proprio a inizio luglio ben 108 campioncini della scacchiera della nostra regione hanno anche partecipato ai campionati italiani Under 16 di Courmayeur con eccellenti risultati.

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