Rivolta dei sindaci Pdl «Basta con le tasse, non siamo gabellieri»

Rivolta dei sindaci Pdl «Basta con le tasse, non siamo gabellieri»

«Basta tasse». Uno striscione sfila in corteo nel centro di Monza fino al teatro Villoresi, tra le bandiere e le fasce tricolori dei sindaci lombardi del Pdl arrivati ieri mattina in Brianza per dire al governo che non ne possono più «di fare i gabellieri». E poi due lettere firmate da tutti, una per il premier Mario Monti e una per il segretario del partito Angelino Alfano con la richiesta di rivedere l’Imu. Chiedendo la cancellazione dell’imposta almeno per la prima casa e una modifica del patto di stabilità per consentire gli investimenti ai Comuni virtuosi.
Ma non solo. Perché invitano il premier Monti a sostenere la proposta del Pdl di detrarre dalle tasse quanto si avanza dallo Stato e di applicare la legge sul federalismo. «Le chiediamo - concludono la lettera - di darci ascolto e solo così, solo ascoltando i nostri suggerimenti e le nostre proposte, troverà le soluzioni per assicurare la tenuta sociale e salvare il Paese». Ad Alfano, invece, suggeriscono di ridurre il numero di parlamentari, il finanziamento ai partiti, di cambiare la legge elettorale, accorpare le Province, mettere un tetto a stipendi e pensioni dei dirigenti pubblici e di semplificare la burocrazia. «Grazie per il tuo impegno - scrivono -, prosegui sulla strada del rinnovamento e nella costruzione di un partito di gente per bene, predisponendo un progetto per il Pdl che rinnovi le grandi speranze per un’Italia migliore di cui Silvio Berlusconi è tuttora testimone». Con il coordinatore regionale del Pdl Mario Mantovani, sindaco di Arconate, che chiede anche di permettere ai Comuni di mettere parte del personale in mobilità.
In corteo con Mantovani e i sindaci, la vice Viviana Beccalossi, il coordinatore nazionale Ignazio La Russa, l’ex ministro Mariastella Gelmini (foto nel tondo), il governatore Roberto Formigoni e il primo cittadino di Pavia Alessandro Cattaneo che ribadiscono come il Pdl sia «leale» con il governo, ma non voterà più provvedimenti a scatola chiusa. In prima fila, a una settimana dal ballottaggio di Monza, il candidato del Pdl Andrea Mandelli che ripete l’appello al voto. Soprattutto agli elettori moderati che al primo turno hanno scelto di astenersi. «Così rischiamo di consegnare le città alla sinistra».
Forte l’intervento della Gelmini che spiega come «aumentare eccessivamente le tasse porti alla recessione» e per questo il partito ha chiesto ai sindaci di tenere bassissima l’Imu e si batterà per non aumentare l’Iva. Con Formigoni che chiede «una battaglia politica forte per ridurle». Deciso l’attacco al governo di La Russa. «Quando torneremo al governo - promette - la prima cosa sarà togliere la tassa sulla prima casa». Per ora però non si parla di far cadere Monti. «Non abbiamo intenzione di votare a ottobre - ha spiegato - Vogliamo essere leali» però «quando ci sono provvedimenti che vanno nella direzione opposta a quella che potrebbe aiutare gli italiani ad uscire dalla crisi, abbiamo il dovere di cercare di migliorarli e se non vengono migliorati abbiamo il dovere di non essere complici».
Ma a una settimana dal voto, a tener banco oltre a quelli economici sono ovviamente le possibili alleanze e in prospettiva le elezioni politiche del 2013. Pronto l’appunto della Gelmini al leader dell’Udc Pierferdinando Casini. È «un errore tenere divisi i moderati. Sta a lui prendere atto che la politica del Terzo polo è franata e mi sembra che lo stia facendo». Dopo di che «occorre rilanciare i temi della sussidiarietà, della centralità della persona, della lotta alla spesa pubblica ed è chiaro che i cittadini si aspettano che questi temi vengano portati avanti da un centro destra unito.

Ognuno si assuma le proprie responsabilità».
Mentre il candidato del centrosinistra Roberto Scanagatti esclude la possibilità di apparentamenti con altre liste. «Rispettiamo l’intelligenza degli elettori che decideranno chi sarà il nuovo sindaco di Monza».

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