Quando gli agenti, entrati nel campo nomadi, le hanno chiesto conto di quella neonata di in braccio, la zingara ha cambiato più volte versione. E così si è trovata con una denuncia per sequestro di persona, mentre la bimba è finita in comunità. Anche se al momento l'ipotesi più consistente è che non si tratti di un rapimento, ma di una bimba lasciata in «custodia» per chissà quale motivo dalla madre naturale.
La scoperta è stata fatta l'altro giorno dagli uomini del commissariato Quarto Oggiaro, diretto da Francesco Anelli, durante uno dei soliti controlli del campo di via Negrotto. Persone, auto, oggetti, documenti, le solite cose, quel che invece gli agenti non pensavano di trovare era un bimba di circa 20 giorni in braccio a una nomade di 52 anni. «È di mia sorella» ha provato a giustificarsi. Poi di fronte alle domande dei poliziotti «È di una mia conoscente» senza specificare chi. Alla fine è stata portata in commissariato, dove è stata denunciata a piede libero per sequestro di persona. Nel frattempo la piccola veniva trasferita prima al Sacco, dove i medici la trovavano in ottima salute, quindi in una comunità.
La vicenda comunque dovrebbe essere assai meno drammatica di quel che appare. Pur non escludendo che la bimba sia stata rapita o comprata in Romania e portata in Italia magari per impietosire i passanti in braccio a qualche mendicante, gli investigatori ipotizzano una banale situazione di «parcheggio».
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