Roma vuole l'Albero della vita E il governo entra in Arexpo

L'opera di Balich chiesta per l'Eur o villa Borghese Il ministro mette i soldi nella società che gestirà il post

Milano lo snobba. Roma lo brama. E così l'Albero della Vita, l'opera di Marco Balich, simbolo di Expo, potrebbe traslocare nella capitale, dove si pensa già a una sua collocazione: o nel parco di Villa Borghese o al lago dell'Eur.

Ovviamente a sostenere i costi non sarebbe il Comune ma le imprese. Almeno, questo è l'appello lanciato dal presidente della commissione Affari sociali della Camera dei Deputati Mario Marazziti agli imprenditori romani: «L'Albero della vita - sostiene - sia segno che una nuova stagione è possibile. Sarebbe un bel segnale contro il declino e il modo di valorizzare uno dei punti di forza dell'Expo su cui scommettevano in pochi. Come su Roma oggi».

Per Roma l'Albero rappresenterebbe quindi un simbolo di rinascita. Pochi giorni fa invece il commissario unico di Expo Giuseppe Sala è stato categorico: «Ho qualche dubbio che si possa rimontare da qualche parte se non all'interno di un grande parco di divertimenti. Escluderei che si possa rimontare a Milano» aveva detto. Soprattutto per via dei costi del delicatissimo software dell'installazione.

Il Comune di Milano non potrebbe sostenere un costo così alto, così come non potrebbe sostenere nemmeno le spese di manutenzione della rete del Brasile. Palazzo Marino ha dovuto infatti rifiutare anche quell'«eredità», declinando l'offerta brasiliana. I responsabili del padiglione hanno quindi deciso di metterla all'asta. Magari la rete d'acciaio, che si è rivelata la vera star del Decumano, resterà a Milano ma solo grazie a sponsor o all'intervento di imprenditori privati che lanceranno la loro offerta. Sono invece in corso le trattative per «piazzare» il padiglione Coca Cola, omologato fin dal suo progetto iniziale per essere trasformato in un campo da basket. Palazzo Marino sta valutando se montarlo al centro sportivo di via dei Missaglia, zona Gratosoglio, oppure al parco sportivo Colombo a Lorenteggio. O ancora al centro sportivo di Famagosta. Sarà comunque collocato in un quartiere di periferia, per incoraggiare lo sport fra i giovani e svolgere una sorta di «missione sociale».

Per gestire il dopo-Expo, ieri a Palazzo Chigi è stato ufficializzato l'ingresso del Governo in Arexpo, la società proprietaria dei terreni su cui sorge il sito espositivo. Ed è stato stabilito che verrà creata una cabina di regia per gestire il post chiusura e coordinare gli interventi delle istituzioni. E soprattutto la cabina di regia servirà ad accelerare i tempi per smontare tutto e ridestinare l'area e per gestire con più scioltezza gli eventuali intoppi. Di un eventuale aumento di capitale si discuterà nelle prossime riunioni.

All'uscita da Palazzo Chigi, dove è stato chiuso l'accordo, il sindaco Giuliano Pisapia ha espresso la propria soddisfazione per la soluzione trovata. «Per far decollare il progetto bisognerà poi trovare in tempi brevi - spiega - manager di alto livello che abbiano la fiducia di tutti».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica