«Rudi grazie di tutto, è stata ’na gran serata e ’na gran scopata».Così Aldo Centonze, funzionario comunale, ringraziava Rodolfo Citterio, già presidente del Sindacato locali da ballo, e membro della Commissione comunale di vigilanza. Un sms che dice tutto. Perché la strana coppia - l’impiegato comunale e il businessman dello show viaggiava d’amore e d’accordo nello spartirsi una gallina dalle uova d’oro: il controllo sulle licenze dei locali pubblici milanesi, in teoria affidato ad una commissione, in realtà gestito da Rudi Citterio come se fosse cosa sua. Dalle carte dell’inchiesta che ha portato alla chiusura dell’Hollywood e di Le Club, emerge come il potere di Citterio si basasse su una risorsa decisiva: il canale preferenziale con i funzionari comunali incaricati di sorvegliare sui locali. Tra questi Emiliano Bezzon, comandante dei vigili urbani, travolto proprio da questa indagine. E il vivace Centonze,dipendente dell’Ufficio del demanio, che - secondo l’ordinanza firmata dal giudice Turri - «dispensa favori a Citterio e contravviene ai proprio obblighi per un proprio tornaconto personale». Tanto che quando un dipendente del Comune, tale Del Favero, si mette di traverso agli affari del clan, partono le manovre per allontanarlo. É grazie ai rapporti con i funzionari disonesti che Citterio riesce ad avvisare per tempo i titolari dei locali dell’arrivo dei controlli: vale per il «Qin» e la «Capanna dello zio Tom», al Parco Lambro, ma anche per lo storico «Taveggia», il bar a due passi dal tribunale. Telefonate e sms intercettati dalla polizia raccontano come Citterio e Bezzon si organizzassero per aggirare gli ostacoli posti da «quel rompicoglioni di De Corato» alla concessione delle licenze ai locali dei loro amici. Anche quando, come nel caso del «Qin», loro stessi nelle chiacchierate ammettono che «è un cesso, completamente fuori norma». Ma non basta.L’infaticabile Citterio si occupa anche di aiutare gli impiegati comunali suoi amici a superare i concorsi interni: il 12 maggio 2008 viene organizzato all’hotel Quark un concorso per funzionari, Citterio ha già in mano gli schemi con le domande e le risposte, le passa sottobanco a uno dei suoi interlocutori privilegiati, tale Silvano Baselli: che, incredibilmente, pur avendo potuto prepararsi in anticipo, fallisce il test. E quando al telefono Citterio gli chiede come è stato possibile, si capisce che non è stato capace di appoggiare bene sul foglio la griglia con le risposte. Le microspie della Mobile registrano tutto. Ma qualcuno, in Questura, tradisce.
Alberto Savoca, titolare del Qin, viene avvisato dal suo socio dell’inchiesta in corso e degli arresti imminenti, «c’è una indagine su Citterio a proposito di tutti i pagamenti che gli sono dovuti per le pratiche» «me l’ha detto un pezzo grosso di via Fatebenefratelli». Un po’ alla volta i telefoni si azzittiscono. L’inchiesta si arena. Ieri mattina, quando forse in Comune non ci pensavano più, il blitz."Rudi grazie di tutto, una gran serata..."
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