Russo ricercato preso a Milano I giudici negano l'estradizione

Era ricercato in Russia, si è rifugiato in Italia dove è stato arrestato su mandato delle autorità di Mosca. Ora però i giudici milanesi gli hanno dato ragione, rimettendolo in libertà e negando l'estradizione nel Paese d'origine.

È la vicenda di un architetto russo di 48 anni. Ha chiesto di non essere rimandato in patria, perché, ha spiegato, lì è perseguitato. «Mi ucciderebbero»: questo l'appello rivolto ai giudici italiani attraverso i legali Eugenio Losco e Mauro Straini. L'uomo è stato arrestato a marzo a Milano. È accusato di appropriazione indebita. In una memoria ha però raccontato che Mosca lo vuole per fargliela pagare. Il motivo: aver denunciato un caso di corruzione che coinvolgerebbe un membro della Duma.

Ora i magistrati della corte d'Appello hanno deciso di scarcerarlo e di non concedere l'estradizione, nonostante il parere contrario della Procura generale. Per la Corte, non ci sono prove a carico dell'architetto: nel mandato non è indicato «con chiarezza sulla base di quali elementi vengono addebitate» le contestazioni. Nella propria relazione il 48enne spiega che svolgendo il proprio lavoro nella città di Samara ha scoperto che i subappaltatori di una commessa per la costruzione di una stazione dei pompieri erano «costretti a pagare tangenti all'appaltatore generale», la società Volga. E che la società «era di proprietà di un dirigente statale di alto livello». Per aver denunciato tutto, ha aggiunto, viene «costantemente minacciato. Chiamano i miei genitori e amici per farli testimoniare contro di me, li minacciano e gli dicono che la mia lotta non ha senso e che riusciranno a ottenere la mia estradizione e mi uccideranno». Ancora: «Tutte le mie proprietà sono state sequestrate e io sono riuscito a scappare con la mia famiglia». Il professionista ha chiesto asilo politico in Croazia, ma è stato verificato che il suo primo ingresso in Ue è avvenuto in Italia. Da qui il trasferimento nel nostro Paese.

A Milano ha presentato la richiesta per lo status di rifugiato. La decisione dei giudici è definitiva, il pg non ha presentato appello. Il 48enne rimane in Italia. La Russia potrebbe emanare un nuovo mandato di cattura.

CBas

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