Milano si schiera a favore della Tav, del terzo valico ferroviario tra Genova e Milano e (aggiunto in corner) per il prolungamento della M5 a Monza, un tema caldo riportato alla ribalta due giorni fa dal sindaco. Il tempo delle decisioni è quasi scaduto e «se il governo non garantisce il 70% dei fondi - ha avvertito - la metropolitana non si può fare». Il consiglio comunale ha votato ieri in maniera trasversale l'ordine del giorno presentato da Forza Italia (prima firmataria Mariastella Gelmini) per lanciare anche da Milano un segnale netto pro Tav dopo la mobilitazione in piazza Castello a Torino di sabato scorso. É un sì trasversale, anche la Lega si schiera con Fi ma la maggioranza si spacca. Da giorni Beppe Sala dichiara senza ombra di dubbio che «fare la Tav è un interesse di tutto il nord, sarebbe un errore fermarsi». In aula il Pd vota sì quasi all'unanimità, l'ambientalista dem Carlo Monguzzi boccia l'odg e si astengono Milly Moratti e Aldo Ugliano. La lista civica (che aveva promosso una mozione quasi fotocopia) vota a favore mentre la capogruppo di Milano Progressista Anita Pirovano che rappresenta l'ala più a sinistra contro. Contrari 5 Stelle e l'esponente radicale Basilio Rizzo (Milano in Comune). La realizzazione dell'Alta Velocità Torino-Lione, dichiara in aula Gelmini, «è già stata fin troppo ritardata da indecisioni a livello politico e dalle attività di contestazione spesso violenta che hanno interessato i territori attraversati dall'opera. Indirizziamo un messaggio molto chiaro al governo, sarebbe insostenibile sottoporre Tav e terzo valico e possibili rallentamenti dovuti ai tempi di verifica del rapporto costi/benefici. A Torino un popolo civile, non iscritto a nessun partito, ha dichiarato un sì importante allo sviluppo e la stessa sensibilità si può riscontrare a Milano e in Lombardia». Chiede «lo stesso impegno chiaro» sulla prosecuzione della M5 a Monza. Il mondo, puntualizza, «non inizia con i ministri Di Maio e Toninelli, gli impegni presi dai governi precedenti vanno mantenuti e rispettati». Anche per il leader di Energie per l'Italia Stefano Parisi, ex candidato sindaco del centrodestra, «è importante che il nord faccia fronte comune, non dobbiamo essere alleati con chi vuol far tornare indietro il Paese. Ma non è nemmeno tollerabile avere una Lega che a Torino va alle manifestazioni pro Tav, qui si schiera con noi poi a Palazzo Chigi vota con i 5 Stelle. Non si può fare il partito di lotta e di governo, è un film già visto». Il capogruppo del Carroccio Alessandro Morelli conferma che i leghisti «vanno in piazza a sentire i pareri della gente, e siamo favorevoli alla Tav per cui non facciamo mancare il nostro voto in aula». Il grillino Gianluca Corrado contesta in primis che la discussione abbia ottenuto di scavalcare odg presentati in precedenza, poi si pone «a favore delle opere utili e realizzate senza favori alla criminalità organizzata». E i tre consiglieri bocciano compatti il documento. Il capogruppo Pd Filippo Barberis fa notare invece come «dopo quasi 20 anni di discussione il progetto è cambiato ed è stato già migliorato anche in termini di consumo del suolo, efficienza energetica, chilometri di tragitto».
Un allarme sullo sviluppo del territorio è stato lanciato ieri anche da Assolombarda.
«Il piano periferie è stato smontato e i soldi per il Patto per Milano, che include una infrastruttura importantissima per il nostro territorio che è la metropolitana Milano-Monza, sono scomparsi» denuncia il presidente Carlo Bonomi, d'accordo con il sindaco Beppe Sala sulla battaglia contro la chiusura domenicale dei negozi e dei centri commerciali a cui lavora il ministro del Lavoro Luigi Di Maio («è impensabile che in una città proiettata nel futuro come Milano la domenica sia tutto chiuso, tornare indietro nel tempo sarebbe anacronistico»). «La sensazione - ha proseguito - è che il governo voglia affossare il Nord».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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