«Sì» o «no», il dubbio trasversale della politica

«Sì» o «no», il dubbio trasversale della politica

«La mia posizione personale è che i matrimoni vadano trascritti, ma su certi temi non credo possa valere la disciplina di partito». A parlare così è stato l'azzurro Giovanni Toti, consigliere politico di Silvio Berlusconi. Una sorpresa, questo comune sentire tra Toti e il sindaco, Giuliano Pisapia, che accende i riflettori su una realtà importante e trasversale: la libertà di coscienza sui temi etici, quelli che toccano le convinzioni profonde di ciascuno, antropologiche, filosofiche o religiose che siano. Il cosiddetto «matrimonio gay» è una di queste questioni aperte, che attraversa i partiti.

Nei giorni in cui Pisapia trascrive le unioni tra persone dello stesso sesso celebrate all'estero, l'europarlamentare Toti, eletto a Milano, è un caso che parla per Forza Italia. Ma anche nello schieramento che sostiene il sindaco, la situazione è tutt'altro che omogenea. Se Pisapia, come la gran parte degli esponenti del Pd e non solo, è un convinto assertore delle trascrizioni, nel Partito democratico non mancano i perplessi. «Non siamo favorevoli a forzature come il matrimonio, che è tra un uomo e una donna, siamo favorevoli a una legge nazionale che regolamenti le unioni tra persone dello stesso sesso» dice il consigliere comunale Andrea Fanzago, che come Rosario Pantaleo si è astenuto sulla mozione di Sel che sostiene le trascrizioni. Sulle stesse posizioni il consigliere regionale Fabio Pizzul, uno dei punti di riferimento dei cattolici del Pd.

Spesso dietro posizioni favorevoli o contrarie al cosiddetto matrimonio gay c'è un'idea dell'uomo e del mondo che deriva dalle convinzioni religiose (o dalla loro assenza). Un ateo o un cattolico praticante, osservante e militante in politica di solito hanno idee diverse. Di solito ma non sempre. Tra i liberal di Forza Italia, come Giulio Gallera e Fabrizio De Pasquale, il no al matrimonio è convinto, così come per il neo capogruppo Pietro Tatarella, che l'ha messo tra i punti qualificanti dell'opposizione. Il punto d'intesa tra di loro è il registro delle unioni di fatto, purché ad occuparsene siano deputati e senatori. «Qui a Milano i significato politico è tentare di sgretolare il valore della famiglia» osserva Gallera. E De Pasquale: «Non possiamo parificare la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna con diritti delle persone e registri delle unioni. E di questo si discuta in Parlamento».

Un tempo ormai lontano c'era la Democrazia cristiana e anche allora non mancavano le divisioni.

Adesso i cattolici sono sparsi ovunque e il puzzle è ancora più complesso. Fanno eccezione Sel, dove trovare un contrario è praticamente impossibile. E dall'altra parte Ncd e Fratelli d'Italia: qui non si avvistano favorevoli.

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