Sala deve ancora recuperare il 63% delle case sfitte

Mancano 1.900 dei 3mila alloggi promessi entro fine mandato: «Dobbiamo velocizzarci»

Sala deve ancora recuperare il 63% delle case sfitte

Quasi un anno e mezzo a fine mandato e il «Conta Case» del Comune segnala ancora 1.898 alloggi sfitti da recuperare entro aprile 2021, circa il 63% dei 3mila appartamenti che il sindaco ha promesso di riassegnare a chi è in lista d'attesa. Da maggio 2018 ne sono stati recuperati, 1.102. Serve un'accelerata e Beppe Sala, ieri durante la colazione con i cittadini davanti al circolo Pd di piazzetta Capuana a Quarto Oggiaro ha premesso che «sugli appartamenti sfitti stiamo facendo più che in passato» ma «se guardo i numeri vedo che ne abbiamo ancora tanti da recuperare. Più dei 3mila che avevo promesso entro fine mandato, e su cui siamo in linea, non potremo fare. Poi il punto vero è che bisogna cercare di velocizzare le operazioni, non è questione di ricorse ma di come funzionano le gare e della nostra capacità di essere più rapidi. Dopo un anno e mezzo in cui abbiamo intensificato la velocità è cambiato molto ma non è ancora abbastanza, anche in questo quartiere abbiamo ristrutturato circa 450 alloggi negli ultimi 3 anni, ma ce ne sono anche di più sfitti».

Quarto Oggiaro è un'altra città. I residenti che uno dopo l'altro prendono la parola davanti al sindaco lamentano sporcizia, insicurezza, marciapiedi impraticabili per chi è in carrozzina. La Milano delle «week» e dei grandi eventi internazionali sembra un'altra storia, non basta ribattezzare «piano quartieri» il vecchio «piano periferie». Il Comitato Vialba ha depositato a giugno un esposto in Procura contro i miasmi prodotti probabilmente da un'azienda agricola. Sala ha assicurato che ne farà carico. Molestie olfattive provengono a quanto pare anche dal vicino depuratore di Pero. A chi chiede di aprire almeno uno sportello dell'Anagrafe in una zona tanta vasta e provvista di sede decentrata risponde che da ottobre debutterà due volte a settimana l'«anagrafe in piazza». L'elenco delle proteste continua con la demolizione della scuola Trilussa «in ritardo spaventoso» (partirà entro l'anno, promette il Comune, sull'area potrebbe nascere un centro sportivo), le «disastrose» piste ciclabili disegnate sui marciapiedi e incomplete o le «feste, fuochi d'artificio e rifiuti sparsi» dal campo rom di via Negrotto. C'è chi chiede interventi in via Valtrompia, «i negozi sotto i portici dopo le 18 chiudono per paura, non ci sono vigili, è una fetta di quartiere dimenticata». Un residente a EuroMilano, nato tra l'ex area Expo e Certosa, lo chiama «quartiere dormitorio, dovevano aprire negozi, il parco di sera è buio e impraticabile e con il bus per arrivare in centro ci sono tempi biblici, sembra di non abitare a Milano ma in un'altra provincia». Anche qui Sala promette di interessarsene direttamente («è un quartiere per 3.500 persone che ho visto nascere»).

Dai vari caseggiati popolari Mm in zona l'appello ad uno «stile di vita normale»: interventi anti degrado, sfratto dei pusher. Buona notizia per chi si muove con la linea 35: entro fine anno da Molino Dorino si allungherà fino ad Affori.

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