Alleati nella guerra al virus che sta mandando in affanno gli ospedali lombardi e in crisi la regione più produttiva d'Italia, un contro l'altro armati - chissà - dal prossimo autunno, quando si entrerà nel vivo per la campagna elettorale del 2021. L'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera sarà accanto al sindaco Beppe Sala oggi in Consiglio comunale per aggiornare l'aula e i milanesi sulla situazione Coronavirus. E sul tema Gallera, che si è ritrovato a gestire in un paio di settimane un'emergenza di cui ancora non si conoscono le proporzioni mantenendo un linguaggio sempre misurato, ha ceduto giorni fa proprio contro Sala. La Regione deve fare ogni giorno il bilancio di contagiati, ricoverati in terapia intensiva e purtroppo morti a causa o concausa del contagio (ieri sono «saliti a 24» ha riferito Gallera) ed è costretta a chiedere al governo misure rigide, anche se impopolari, per contenere la diffusione. Il sindaco lunedì scorso ha iniziato a premere per la riapertura dei musei e l'assessore l'ha rimbeccato: «Non vada a caccia di voti, sentiamo anche noi le proteste ma ora servono misure drastiche per non ritrovarci in una situazione ingestibile». E il volto rassicurante e rigoroso, il risalto mediatico avuto in questi giorni da Gallera, sta facendo dire a molti nel centrodestra che potrebbe essere l'uomo giusto per riprendersi il Comune l'anno prossimo. L'anti Sala o chi per lui, visto che il sindaco deciderà dopo l'estate se ricandidarsi.
Classe 1969, avvocato, tra i fondatori di Forza Italia nel '94, liberale, Gallera oggi torna a Palazzo Marino come ospite ma ci ha trascorso almeno quindici anni, come consigliere e vicecapogruppo durante il primo mandato di Albertini, promosso assessore nell'Albertini bis, rieletto e capogruppo dal 2006 nell'era Moratti e, dopo la quarta riconferma in Comune nel 2011, è stato eletto l'anno dopo al Pirellone. Nel giro di tre anni è entrato nella giunta Maroni ed è stato confermato assessore al Welfare da Fontana. Piccolo inciso, alle regionali del 2018 è stato il candidato più votato in assoluto. Presiede anche il comitato «Milano Merita» che mette insieme tanti esponenti della società civile, buona base elettorale. Ci aveva sperato già nel 2016 a sfidare il Pd per riconquistare Milano, ma la scelta cadde su Stefano Parisi. Mesi fa ha avuto una sbandata per Toti ma poi si è sfilato ed è rimasto in Fi.
Il leader della Lega Matteo Salvini fino a oggi punterebbe i piedi per non consegnare la sfida milanese a un berluscones, ultimamente ha ribadito che il candidato sarà un uomo della società civile: Ma ha osservato attentamente di persona Gallera gestire la prima conferenza stampa più difficile sul virus. E anche oggi, volendo o no, sarà un test. Poi farà i conti.
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