«Viva la Rai». Roberto Maroni arriva citando la sigla cantata da Renato Zero trentacinque anni fa e diventata lo slogan della tivù di Stato. Le polemiche sulla «censura» del Referendum per l'autonomia lombarda sulle reti Rai sono acqua passata? «C'era un problema con la commissione di vigilanza che doveva sbloccare gli spot, adesso è tutto sotto controllo» assicura la presidente Monica Maggioni, ma ierii parlamentari leghisti hanno fato un presidio in corso Sempione. Il governatore e il sindaco Beppe Sala hanno ieri lanciato con lei la 69esima edizione di Prix Italia, la rassegna internazionale promossa dalla Rai e che quest'anno si tiene proprio a Milano (da giovedì all'1 ottobre a Palazzo Giureconsulti, titolo «Back to fatcs», la realtà contro le fake news). E sono tornati insieme alla carica con la richiesta di una «maggiore presenza della Rai in città», in tempi rapidi. «Sì al rafforzamento» apre la Maggioni anticipando che l'azienda presenterà a breve «il piano per una serie di nuove iniziative, produzioni e direzioni che potranno avere luogo a Milano» ma «nessuno ha detto che si sposta la Rai, per fortuna è nazionale». Tanto per ribadire che il trasloco del Tg2 non è più all'ordine del giorno. Sul tavolo c'è semmai il progetto di creare un grande centro di produzione nelle aree del Portello, quelle messe a bando dalla Fiera e aggiudicate al gruppo Vitali, con cui la fondazione sta cercando un accordo extragiudiziale (potrebbe concedere un terreno da 12mila metri quadri sempre in via Gattamelata) per «liberare» lo spazio dei padiglioni 1 e 2. La Fiera potrebbe concederli (anche) in affitto alla Rai, per traferire lì gli studios di via Mecenate - il contratto è in scadenza a fine 2018 - e creare in un secondo momento un maxi polo spostando anche studi da corso Sempione. Sala aveva fatto pressing per il trasloco di sedi da Roma a Milano, specie dopo la concentrazione di Sky a Santa Giulia. Aveva trovato un buon interlocutore nell'ex dg Antonio Campo Dell'Orto: «Il mio colloquio era con lui, ho lasciato tranquillo il successore Mario Orfeo per un pò ma è ora di affrontare la questione. Vorrei incontrarlo a breve, le soluzioni possono essere anche diverse, a parte la localizzazione fisica anche un rafforzamento di contenuti. É ora che anche i vertici dicano con chiarezza se intendono portare qualcosa di più a Milano, noi potremmo anche supportarli in termini tecnici». Maroni prima di lui conferma che «avere più Rai a Milano è un auspicio, la Regione è pronta a collaborare». E Sala definisce «senza arroganza che la città è capitale dei media» e chiede «una verifica con la Rai in tempi rapidi».
La presidente Rai apre: «Avremo presto la possibilità di verificarci, stiamo preparando un piano con Orfeo sulla progettualità non nei prossimi anni ma nei prossimi mesi, grandi programmi come lo straordinario studio con cui Fazio ha iniziato domenica, da Milano, a nuove iniziative, produzioni e direzioni che potranno avere luogo da qui». Il vicepresidente dell'Associazione lombarda giornalisti Pierfrancesco Gallizzi incalza: «Se ne parla da 3 anni, speriamo sia la volta buona».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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