Sala infuriato con il governo: calpesta la dignità dei sindaci

L'ex manager infuriato per Olimpiadi e piano periferie. Lega e M5S ribattono: "Nessuna opera è stata bloccata". E Milano rafforza l'asse con la Regione per portare la M5 a Monza

Sala infuriato con il governo: calpesta la dignità dei sindaci

«Il governo non calpesti la dignità dei sindaci». Beppe Sala ne fa quasi più una questione di principio che di contenuto. Ieri ha contestato ancora l'emendamento al decreto Milleproroghe approvato tre giorni dal Senato che rischia di congelare fino al 2020 i fondi promessi dall'ex premier Renzi con il Piano periferie. Milano attendeva 18 milioni di euro per la nuova scuola media, la tranvia 7 e il secondo lotto del parco nel quartiere Adriano. Opere che, fa capire, si faranno comunque («è possibile che anticipando noi una parte ed essendo le gare pronte a partire entro fine anno riusciamo a non perdere gran tempo»). Ma è il principio quello su cui insiste Sala, e il rischio che si possano rimettere in discussione altri piani concordati coi governi Pd. «Quei fondi erano stati certificati dalla Corte dei Conti, io ho partecipato personalmente ad assemblee infuocate nel quartiere Adriano, ci ho messo la faccia»». Si infuria anche con il Pd che in aula ha votato il provvedimento. É ribadisce che anche sulle Olimpiadi «non permetto che Milano venga calpestata nella dignità, era la candidata del Coni». Fa asse con Regione e i Comuni di Monza, Cinisello e Sesto (di centrodestra) per portare a casa 750 milioni da Roma per portare la M5 a Monza.

«Il governo non calpesti la dignità dei sindaci». Beppe Sala ne fa quasi più una questione di principio che di contenuto. Intervenendo ad Agorà su Rai3 ieri ha contestato ancora l'emendamento al decreto Milleproroghe approvato tre giorni dal Senato che rischia di congelare fino al 2020 i fondi promessi dall'ex premier Renzi con il Piano periferie. Milano attendeva 18 milioni di euro per la nuova scuola media, la tranvia 7 e il secondo lotto del parco nel quartiere Adriano. Opere che, fa capire, si faranno comunque. L'investimento totale ammonta a 33 milioni (il Comune ne mette 15), «stiamo cercando di capire cosa fare perchè è possibile che anticipando noi una parte ed essendo le gare pronte a partire entro fine anno riusciamo a non perdere gran tempo, ce la facciamo lo stesso ma con qualche ritardo». E fa presente che l'Anci potrebbe fare ricorso contro lo stop al Bando periferie che a livello nazionale congela 96 progetti. Ma è il principio quello su cui insiste Sala, e il rischio che si possano rimettere in discussione altri piani concordati coi governi Pd. «Quei fondi erano stati certificati dalla Corte dei Conti, è logico che i sindaci li sentissero come loro, hanno fatto promesse ai cittadini, io ho partecipato personalmente ad assemblee infuocate nel quartiere Adriano, ci ho messo la faccia. Non si può calpestare la dignità dei sindaci. Il tema - sfida - è capire se il governo Lega-M5S vuole collaborare e avere un rapporto leale e corretto coi sindaci. Se questo è l'inizio..». Sala si infuria anche con il Pd che in aula ha votato il provvedimento, un autogol. «É stato un errore, è uno dei casi in cui posso dire che in origine Renzi aveva fatto una cosa giusta. Questa attitudine di dover buttare via per forza quello che hanno fatto i governi precedenti è sbagliata, a Milano non si fa, io riconosco i meriti dei miei predecessori di centrodestra». Smentisce en passant di aspirare ora a un ruolo nazionale («sto benissimo qui, non ci penso nella maniera più assoluta»). E torna a difendere la «dignità di Milano» quando parla del caso Olimpiadi invernali 2026. «Avevo chiesto un incontro subito col governo e i sindaci di Torino e Cortina per ricostruire la verità storica e perchè la situazione non è facile, queste cose non vanno lasciate bollire, ma mi è stato detto che ci vedremo a settembre». La verità «espressa in riunioni in cui eravamo in tanti, il presidente Giovanni Malagò non mi può smentire, è che per molti mesi il Coni ha affermato che avrebbe candidato Milano, ma 24 ora prima del voto Malagò mi ha spiegato che per questioni politiche non si poteva andare avanti così perchè M5S supporta Torino e la Lega è divisa tra Veneto e Lombardia. Io posso abbozzare ma non posso non dire che questa è la realtà, io faccio politica e non permetto che Milano venga calpestata nella dignità, ricostruiamo la vicenda anche davanti agli altri sindaci». E definisce «sciocca» la proposta del governatore Veneto Luca Zaia che azzarda il nome «Alps» per la candidatura a tre. «I prossimi Giochi si terranno a Tokyo, Pechino, Parigi e Los Angeles e in mezzo ci mettiamo Alps - provoca Sala -? Io insistevo per Milano perchè il trend è assegnare le Olimpiadi a città importanti con un brand forte. Inventiamoci quello che vogliamo, facciamo gli italiani, ma è sciocco». Zaia ribatte che «Alps è un brand riconosciuto a livello internazionale, ci fa fare bella figura».

Tornando al Milleproroghe, Lega e M5S tengono il punto. Il senatore lumbard Massimiliano Romeo ribatte a Sala che «prima di lanciarsi in polemiche sterili farebbe meglio a leggere con attenzione l'emendamento. Nessuna opera bloccata, i soldi ci sono, l'efficacia delle convenzioni è differita al 2020.

E con questo atto, si è dato ossigeno agli enti locali, che ora possono finalmente usare l'avanzo di bilancio». Per il consigliere regionale M5S Dario Violi «la rabbia di Sala è ridicola. Risolta una incostituzionalità creata dall'ex governo e garantiti più fondi ai Comuni, anche il Pd ha votato sì

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