Se il sindaco Giuliano Pisapia decide di fare un'infornata di vie intitolate ai compagni, il popolo della sinistra tace. Tutto normale. E così Milano avrà via Pier Paolo Pasolini, via Pierangelo Bertoli, via Salvator Allende e perfino una via dedicata alle infermiere che hanno soccorso i partigiani durante la Resistenza. Se invece il Consiglio regionale battezza una sala della Regione in memoria di Oriana Fallaci, apriti cielo. È l'effetto Fallaci, come sempre e come appena dimostrato dal caso di Cremona dove la scrittrice ha rischiato di scuotere gli equilibri politici della toponomastica locale.
Lei è quella da mettere da parte, anche negli elenchi delle vie e delle targhe, lei è quella inopportuna, che divide, che è meglio di no. E invece sì, il Consiglio ha portato avanti la proposta di usare il suo scomodissimo nome per indicare un'aula in cui si terranno le commissioni consiliari. La sede, insomma, dove si cercano gli accordi prima di portare i provvedimenti in Consiglio. Un'anticamera chiave.
«La figura della Fallaci è troppo divisiva sul piano politico - insorge Eugenio Casalino dei Cinque Stelle - e quindi non è opportuna una sala dedicata in una sede istituzionale, senza tenere conto della strumentalizzazione che ne ha fatto la Lega». Il rappresentante grillino non si è presentato alla cerimonia, così come assente era tutta la sinistra. Sara Valmaggi (Pd) riassume la linea: «Non è per la figura di Oriana Fallaci, ma per la strumentalizzazione che ne è stata fatta».
Invece, scoprendo la targa, il presidente del Consiglio Raffaele Cattaneo ha voluto ricordare «l'amore per la vita e la verità» espresso dalla scrittrice. Che, secondo l'assessore regionale alla Cultura Cristina Cappellini è stata «una donna a cui tutti dobbiamo qualcosa a livello culturale e di impegno civile». La Lega, che ha particolarmente a cuore la linea sostenuta dalla giornalista e che ha spinto per darle un riconoscimento ufficiale, vuole andare oltre. E ha già annunciato l'intenzione di organizzare un convegno in Regione sui temi toccati nell'opera della scrittrice, in occasione anche del decimo anniversario della sua scomparsa, il prossimo 15 settembre.
«Questa sala - è intervenuto il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo, promotore dell'intitolazione - è la sede del lavoro istituzionale ma soprattutto del confronto con i cittadini nelle audizioni. Il giusto tributo ad una giornalista che ha lottato per risvegliare le coscienze, anche politiche, di quell'Occidente che definiva indifeso e rassegnato e che ha difeso valori che, ahi noi, si stanno perdendo».
Presente alla cerimonia anche il nipote della giornalista,
Edoardo Perazzi, che ne ha ricordato il «carattere non facile». «Anche per questo in vita non ha avuto molti riconoscimenti. Attenzione a fare le riunioni in questa sala - ha scherzato - ora ci sarà il suo spirito che incombe».
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