Per rispondere alla domanda usa un detto milanese, «ofelè fa el to mesté». Che letteralmente significa «pasticcere fai il tuo mestiere», e di solito viene usato per rimettere a posto chi si occupa di cose che non gli competono. Ma Beppe Sala lo prende a prestito per ammettere che si sente «talmente fiero e contento di fare il sindaco», si sente «talmente centrato in questo lavoro» e lo fa «con tanta felicità» che vede nel suo futuro «di continuare a farlo il più a lungo possibile».
In pratica si scalda già per un secondo mandato, lo anticipa sul palco della kermesse il Tempo delle donne organizzata dal Corriere in Triennale quando gli viene fatto notare che parla di progetti che hanno una scadenza più lunga del 2021. Sala premette che «è presto per mettere le mani avanti ed è giusto restare concentrati sul giorno per giorno», ma ribadisce che «dieci anni sarebbero il tempo giusto se si vogliono fare cose più complesse, e sto già pianificando le azioni anche per un periodo più lungo. Faccio un esempio: mi auguro di poter iniziare i lavori per portare la metropolitana per Monza nel mandato, ma finirebbero nel prossimo».
Anche per la riapertura dei Navigli «la prima fase andrebbe in linea con i lavori della M4» quindi con fine prevista entro il 2021 o 2022, ma la seconda fase, di riapertura totale, «certamente andrebbe molto più in là». Terzo esempio il tema delle periferie, ha lanciato un piano di recupero a partire da 5 micro-quartieri «ma bisogna andare oltre e dobbiamo intervenire su edilizia popolare che risale agli anni '30, dieci anni sono un tempo adeguato per vedere risultati importanti». Se il suo predecessore Giuliano Pisapia ha tolto il disturbo dopo il primo mandato, annunciando addirittura con un anno d'anticipo che non si sarebbe ricandidato, Sala a quanto pare ha già tutte le intenzioni di fare il bis, si sente portato per il «mestiere» (anche se da parecchi indizi si intuisce che non gli dispiacerebbe una carriera nazionale dopo cinque anni da sindaco). Dà una lettura diametralmente opposta il capogruppo di Forza Italia Gianluca Comazzi: «Il sindaco è consapevole del suo immobilismo e quindi lancia la palla in avanti continuando a rimandare al tempo che verrà sperando di conservare così a lungo la poltrona. Ma i cittadini sono stanchi di aspettare, hanno bisogno di soluzioni subito e non di promesse».
Sala nel dibattito sulle smart city (Milano è prima in Italia) prende ad esempio Tel Aviv per i sistemi di sicurezza, Amsterdam per il rifornimento merci mentre critica in due passaggi la capitale.
Specifica che con l'arrivo della M4 «può non essere così terribile vivere a Quarto Oggiaro, e le nostre periferie non sono certo paragonabili» e senza citare le tensioni e le polemiche scatenate dallo sgombero dei migranti lo scorso 24 agosto a Roma, puntualizza che «qui faremo tutti gli sgomberi necessari quando sapremo dove mettere le persone, stiamo ragionando con prefetto e questore e in alcuni casi, al di là di capire se dentro ci sono donne e bambini, il tema è dove confluiscono poi le persone». Esclude nuove metrò in città dopo la M4, «per un lungo termine sarà l'ultima, ora bisogna cercare di portarle fuori».
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