Sala va all'attacco sulle moschee

Salvini: «A Milano no». Parisi: «Serve una legge nazionale»

Il tema resta al centro della campagna elettorale. Ieri è toccato al candidato del centrosinistra andare all'attacco. Beppe Sala sabato aveva spiegato che con lui una moschea a Milano ci sarà sicuramente: una posizione piuttosto azzardata, considerando gli umori che covano nel Pd (uno scetticismo piuttosto diffuso cui ha dato voce il responsabile Cultura, Daniele Nahum). Più cauto di Sala, sempre sabato, era stato il suo principale avversario, il candidato del centrodestra Stefano Parisi, che ha citato paletti e condizioni precise per ragionare della possibile realizzazione di un luogo di culto islamico. Categorico come al solito, ieri, il leader leghista Matteo Salvini: «La moschea possono farla dove vogliono - ha detto - ma fuori Milano. A Milano no. A Milano spazio per una Moschea non ce n'è. Questo sia ben chiaro» ha ripetuto Salvini a margine dell'incontro Scuola di Formazione politica del Carroccio. Su questi accenti diversi ha polemizzato Sala: «So che fare una moschea a Milano, nel pieno rispetto di diritti e doveri di tutti - ha detto - vuol dire garantire libertà di culto ed insieme creare sicurezza e ideali condizioni di lavoro per le forze dell'ordine, che debbono prevenire ogni forma di terrorismo. Salvini vuole il tutti contro tutti, la città Far West in cui conta solo gridare nei talk show della tv. I milanesi invece chiedono che si affrontino i problemi per risolverli al meglio. Questo noi vogliamo fare e faremo». «Parisi, forse - ha aggiunto - lo vorrebbe anche lui. Ma così non la pensa il suo principale referente politico. La Milano dei buoni diritti e dei buoni doveri che noi incarniamo, vincerà comunque».È dunque intervenuto Parisi, per escludere divergenze: «Sono d'accordo con Salvini - ha precisato - per le moschee serve una legge nazionale. Il sindaco di una città deve avere gli strumenti per valutare da dove provengono i finanziamenti dei gruppi promotori delle moschee; è necessario assicurarsi che le moschee siano controllabili, sicure, non siano luoghi di proselitismo e reclutamento del terrorismo, non siano luoghi d'incitamento contro i nostri valori, contro la nostra popolazione». La discussione nasce da un piano comunale che è fallito. E Parisi ha voluto sottolinearlo.

«La giunta Pisapia sulle moschee ha fatto molta confusione Scegliendo luoghi sbagliati e gestendo il bando in modo superficiale - ha proseguito - In cinque anni non è riuscita a realizzare neanche questo obiettivo che aveva nel proprio programma. Su questo dovrebbero riflettere gli assessori della Giunta Pisapia in lista con Sala invece di fantasticare sulle presunte divisioni del centrodestra».AlGia

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