Alberto Giannoni
«Velocizzare il lavoro sulle periferie». Fra auspicio e autocritica, il sindaco Beppe Sala promette di accelerare il lavoro su quello che resta il nervo scoperto dell'intera esperienza di 6 anni di giunte di sinistra a Milano: le periferie che soffrono, i quartieri popolari scontenti per il degrado e l'insicurezza. «Capisco un po' di critiche che abbiamo ricevuto - ha detto Sala a margine della visita al comando di polizia locale nel giorno di Ferragosto - perché non è semplice far capire quello che si sta facendo». «Siamo partiti dai progetti sull'edilizia residenziale pubblica ma non è sufficiente - ha riconosciuto - per cui stiamo spostando un po' la nostra attenzione sui luoghi di socialità». Sala individua tre «macro-aspetti» su cui operare. Il primo è appunto l'edilizia residenziale pubblica «e su quello - dice - abbiamo messo risorse significative». Il secondo sono gli spazi pubblici: «Bisogna riqualificare strade e piazze». Terzo obiettivo il verde: «Tra settembre e dicembre concentreremo la nostra azione soprattutto su questo», ha annunciato nel corso del sopralluogo in piazza Beccaria, tappa del tour che il primo cittadino ha compiuto nel giorno dell'Assunta, in compagnia dell'assessore al Sociale Pierfrancesco Majorino.
Le visite sono iniziate alle 9,45 con un saluto agli operatori del Centro di aggregazione multifunzionale Ponte delle Gabelle in via San Marco. Poi, oltre ai vigili, Sala ha incontrato gli operatori e i volontari dei servizi sociali, gli anziani, e anche un panettiere di origine egiziana che «resiste» ai cantieri della M4. «È stata una maratona bellissima nella città del sociale» ha scritto entusiasta Majorino. Il sindaco ha trovato anche il tempo per chiedere al governo di spostare a Milano la Commissione nazionale per le Società e la Borsa: «Trovo assurdo che buona parte di Consob sia ancora a Roma» ha detto. «Non c'è nessun senso logico - ha spiegato - le aziende stanno qua. Bisognerebbe veramente che il governo, speriamo il prossimo, prenda coraggio e sposti Consob a Milano. Senza questi minimi prerequisiti, Milano potrà essere la capitale finanziaria italiana, e lo è, farà fatica però ad essere una capitale finanziaria internazionale. Nessuno vuole competere con nessuno, ma la finanza è milanese, non romana».
Intanto il suo delegato alle Periferie, Mirko Mazzali, ha compiuto a sua volta un personale sopralluogo, che ha toccato via Nervesa («Ho visto un parco magari non bellissimo ma dignitoso») e via Cavezzali, «uno dei buchi neri di Milano», come ha ammesso. La zona è via Padova e qui il problema è l'ex residence che da anni ospita i peggiori traffici: «Una palazzina - ha riferito Mazzali - che solo vedendola si può descrivere. Condizioni igieniche e di sicurezza disastrose, occupazioni abusive gestite dal racket, così almeno dicono le indagini. Un posto che non può esistere a Milano, ma da nessuno parte direi».
L'incaricato del sindaco ha auspicato una soluzione «come è successo in Via Adriano-Mulas». E ha immaginato che «forse un intervento delle autorità competenti serva e vada sollecitato, nessuno può vivere in immobili non sicuri».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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