Suona come una provocazione. Ma è una proposta che potrebbe salvare i piccoli commercianti. «Spostare i saldi invernali al mese di febbraio». Giorgio Montingelli, Unione del commercio, punta a rivedere il calendario degli sconti. Il motivo? «I clienti si sentono presi in giro. Il 23 dicembre comprano capi d'abbigliamento che, meno di una settimana dopo, costano la metà». Far cominciare i saldi un mese dopo salverebbe gli affari della stagione invernale e «sarebbe una scelta più onesta nei confronti dei consumatori». Montingelli chiede anche più «rigidità» e sanzioni severe per chi comincia prima. Una proposta anacronistica? «Forse sì, ma dovremmo invertire la tendenza di adesso. Invece si sta andando verso l'idea dei saldi tutto l'anno, come in America. Ma così si fa solo l'interesse della grande distribuzione, non certo dei negozi storici».
Quest'anno gli affari non sono andati granché bene. Nonostante le promozioni cominciate già alla fine di novembre, le vendite sono calate dell'8 per cento. Un bilancio amaro per i commercianti che si ritrovano con gli scaffali ancora pieni di maglioni invernali mentre stanno già per allestire le vetrine di primavera.
Per capire se il sistema delle promozioni pre saldi ha funzionato, i commercianti e gli imprenditori si riuniscono con le istituzioni e con le associazioni dei consumatori. Oggi si terranno in Regione Lombardia gli Stati generali del Commercio. Tra i vari temi da affrontare anche quello del calendario delle offerte. «Quest'anno le promozioni anticipate sono state una sperimentazione - spiega l'assessore lombardo al Commercio Giovanni Bozzetti - ma vogliamo raccogliere i resoconti, le impressioni e le proposte dei commercianti per capire come correggere le regole. E per vedere se è il caso di ampliare il calendario o meno». Insomma, lo scopo è consegnare alla prossima giunta lombarda un documento che sintetizzi le esigenze della categoria e che serva da indirizzo per le scelte politiche.
Gli Stati generali saranno anche l'occasione per fare il punto sulla crisi e per ragionare sulla ripresa. Commercianti e istituzioni si confronteranno sul tema delle liberalizzazioni («Se sono senza regole - spiega Bozzetti - rischiano di uccidere il commercio al dettaglio»), sull'abusivismo («da combattere con sanzioni più severe e controlli a tappeto») e sui regolamenti per le nuove categorie di negozio: franchising, temporary shop, e-commerce e outlet.
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