Sarà anche una città nemica del gioco d'azzardo, ma a Milano continuano a crescere le imprese dedicate al mondo delle scommesse. Il gioco attira e il mercato risponde: in un anno le società del settore sono cresciute del 4,4 per cento, tra città e provincia. Ora in città sono 202 e in tutta la provincia, che è la prima per presenze in Lombardia, sono 544. E che sia un business conveniente in cui buttarsi lo hanno capito anche gli stranieri: un quinto dei nuovi imprenditori a Milano sono in mano a persone di nazionalità estere. Come spesso accade quando si parla di imprenditoria straniera nel capoluogo lombardo sono i cinesi a far la parte del leone, ma ci sono anche titolari eritrei, inglesi e rumeni.
Un fatto confermato dal focus suulle forme societarie: se si guarda soltanto alle ditte individuali, a Milano un terzo del totale sono di proprietà di cittadini cinesi. Gli italiani infatti preferiscono società con assetti diversi.
Se invece si divide per genere, si vede quanto piaccia anche alle donne investire in lotterie e scommesse: il 16 per cento di chi investe in questa direzione è femmina. E per buona parte sono attività interessanti anche per i giovani: rappresentano il 15 per cento del totale di chi avvia un'attività del genere.
In generale comunque il business cresce in ogni provincia lombarda: nell'ultimo anno quelle specializzate che, tra sedi ed unità locali, si dedicano al settore sono aumentate infatti dell'11,4% passando da 1.342 a 1.495. Crescono soprattutto la gestione di apparecchiature a moneta o a gettone con un +53,5 per cento e le ricevitorie del lotto del 9 per cento. Ed è lombarda circa un'impresa del settore su sette in Italia: in totale nel Paese sono quasi undicimila e crescono del 17,1 per cento.
Tra le province della regione Milano è prima con 544 attività, seguita da Brescia, 181, e Bergamo 166. Quarta Varese che con 128 attività segna anche la crescita più alta in un anno con un +45,5 per cento.
I divieti di nuove aperture, introdotti dal Comune di Milano e da Regione Lombardia, non sembrano dunque scoraggiare gli imprenditori delle scommesse. Anche se i numeri del capoluogo lombardo non sono nemmeno così negativi se li si confronta con il resto d'Italia: a Napoli, ad esempio, lavorano più di mille ditte del settore. Il doppio dunque di Milano, pur avendo una dimensione simile, anzi la città del sud è anche più piccola: se all'ombra della Madonnina si contanto 1,4 milioni di persone, a quella del Vesuvio invece sono circa mezzo milione meno. E il tasso di crescita di queste imprese, 15,8 per cento, è di quattro volte superiore a quello milanese.
Anche nella capitale sono in numero molto più alto: a
Roma sono registrate 871 società del settore e l'espansione cresce a ritmo del 9,1 per cento, più del doppio del dato meneghino.Nonostante la crisi e i divieti dunque non sembra che il settore abbia subito grandi colpi.
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