I primi a far rullare i tamburi di guerra sono gli «okkupanti» del Transiti, un centro sociale molto attivo negli anni Novanta, un po defilatosi dalle manifestazioni di piazza in questo ultimo periodo. Al grido: «Continuiamo a costruire insieme momenti di lotta, continuiamo la lotta No Tav riprendiamoci strade e territori» indice per questa sera alle 21 unassemblea «Per costruire uno spezzone autorganizzato e di movimento che attraversi il corteo e la giornata del 25 aprile». Subito dopo sono arrivati i disobbedienti del centro sociale «Cantiere» che raccolgono linvito e lanciano invece la parola dordine «Liberiamo territorio resistenti». Iniziative che inseriscono ulteriori momenti di polemica in una giornata in cui tradizionalmente lare antagonista cerca di prendersi la scena.
Ogni anno infatti per la Festa della Liberazione la sinistra estrema dà il peggio di se durante il corteo e che nel corso dei comizi in Duomo. Bersagli preferiti gli amministratori del centro destra e la brigata ebraica, che combattè contro il nazismo, regolarmente subissati di fischi e insulti. Anche lanno scorso momenti di grande tensioni in via Palestro, dove le forze dellordine sono dovute intervenire per impedire al «Cantiere» di infilarsi nel corteo, riuscendo a fatica a relegarlo in coda per poi rallentandone il percorso in modo potessero arrivare in piazza praticamente a manifestazione finita. Era però finita molto peggio due anni fa quando invece gli antagonisti riuscirono a irrompere in Duomo giusto in tempo per far concludere lintervento del presidente della Provincia Guido Podestà tra urla e insulti. Nella calca volarono parecchie manganellate mentre reduci dai campi di sterminio e partigiani, furtono tutti apostrofati con linfamante accusa «fascisti».
In questo contesto già esplosivo, questanno va dunque a inserirsi la polemica per la realizzazione della linea ad Alta Velocità Torino Lione. Unopera duramente contestata dagli abitanti della val Susa che hanno trovato la complicità delle frange più estreme e radicali dellestrema sinistra. Che ora, in un confuso calderone ideologico, mischiano fascismo, resistenza e lavori pubblici.
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