«Salviamo Milano dalle piene» Da Roma soldi e scorciatoie

«Salviamo Milano dalle piene» Da Roma soldi e scorciatoie

La via per salvare la città dalle alluvioni passa, forse, da Expo. Regione Lombardia ha chiesto di inserire le opere per le piene del fiume Seveso tra quelle necessarie per proteggere il sito dell'Expo. In questo modo i lavori potrebbero procedere più speditamente, soprattutto le vasche di laminazione di Senago. La decisione è stata comunicata dall'assessore regionale al Territorio Viviana Beccalossi e da Erasmo D'Angelis, capostruttura della missione di Palazzo Chigi contro il dissesto idrogeologico.
L'inserimento della vasca di Senago tra le opere deve avvenire in fase di conversione del decreto legge 91, adesso alla Camera, decreto che tra le altre cose prevede che i governatori delle Regioni subentrino ai commissari straordinari del governo sul rischio idrogeologico, assumendone i poteri. «Palazzo Chigi - ha spiegato Beccalossi - ha confermato che ci saranno le risorse necessarie per sostenere queste opere».
Strutture che Milano e dintorni aspettano da decenni e di cui si parla spesso, soprattutto quando in primavera e autunno i temporali causano le esondazioni. Sono quattro vasche che saranno costruite a Senago, Lentate sul Seveso, Paderno Dugnano e Varedo. In caso di maltempo le acque in eccesso del Seveso verranno scaricate su di esse. Il piano ha un costo di 110 milioni di euro, ma l'unico progetto definitivo già pronto, per un valore di 30 milioni di euro, è quello per la vasca di Senago. Per le altre tre i documenti dovrebbero essere completati entro il prossimo autunno, poi partiranno le opere. Sempre che l'inserimento chiesto dalla Regione non acceleri i tempi.
I quattrini necessari per le opere sono stati stanziati in parte da Comune, 20 milioni di euro, parte dalla Regione, 10 milioni, mentre per gli altri 80 milioni si conta sul ministero dell'Ambiente. Riguardo le risorse D'Angelis ha assicurato che «arriveranno quelle che servono» e che potrebbero essere reperite da un fondo unico nazionale contro il rischio idrogeologico che si sta pensando di creare, alimentato dalle risorse assegnate ai territori per questo scopo ma non spese. Il capo struttura ha poi affermato che su queste opere, che servono a prevenire rischi per Milano e anche per l'Expo, «bisogna accelerare e superare i veti» delle amministrazioni comunali contrarie: «Convocheremo a Roma il comune di Senago e altri per convincerli, non è più il tempo di tardare questi interventi».
Infine, Beccalossi ha detto che «si sta lavorando» sulla richiesta della Regione al governo di «togliere dal patto di stabilità gli interventi contro il rischio idrogeologico».


Per le tempistiche si parla dell'inizio dell'anno prossimo: i cantieri per la messa in sicurezza del fiume «potrebbero aprirsi entro il 2015» ha spiegato l'assessore ai Trasporti del Comune di Milano Pierfrancesco Maran: «La soluzione di questo problema è essenziale - ha sottolineato Maran - bisogna far partire al più presto le opere perché nel 2015 si ottengano i primi risultati».

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