Avanti insieme, perché «squadra che vince non si cambia». Matteo Salvini non esclude che alla guida della Lombardia nella prossima legislatura ci possano essere ancora il governatore Attilio Fontana e la vicepresidente Letizia Moratti: «Se fosse per me si continuerebbe con questa squadra, ma ci sono degli alleati che dovranno dare il loro parere», ha detto il leader della Lega da Buccinasco, nel Milanese, dove si è recato per sostenere la candidatura a sindaco di Manuel Imberti.
Niente fughe in avanti, anche se «tutti i numeri dicono che la Lombardia, dopo due anni di morte, è tornata a essere la locomotiva d'Italia - ha aggiunto - Una delle Regioni che cresce maggiormente in Europa e che sta facendo più investimenti per opere pubbliche e innovazione». E siccome «sta trainando il Paese», secondo Salvini bisognerebbe continuare con la stessa formazione («come per il Milan»). Da Buccinasco il capo del Carroccio tiene alta la guardia anche sugli altri Comuni lombardi che andranno al voto il 12 giugno.
«A Monza, Lodi, Como o Sesto San Giovanni è stato fatto un ottimo lavoro e penso che si vada per la riconferma» e comunque «si vota in quasi mille Comuni, ci saranno tanti nuovi sindaci della Lega e del centrodestra: sento un'ottima aria». Un pomeriggio, quello di Buccinasco, aperto tra le polemiche per il tentato «boicottaggio» del sindaco di centrosinistra Rino Pruiti che si è smarcato dalle misure di sicurezza «decise dalla questura, così come l'occupazione del gazebo comunale di legno».
Addirittura «hanno fatto sgonfiare i gonfiabili, pensavo imponessero il divieto del ghiacciolo», ha scherzato Salvini che sui social ha voluto poi rimarcare le differenze tra l'accoglienza ricevuta a Buccinasco e quella riservata a pochi metri di distanza al Pd, postando una foto del gazebo semideserto dei dem. «Sono stufo che Buccinasco finisca sui giornali o in televisione solo quando ci sono dei fatti di cronaca nera», ha arringato la folla. E a proposito di Milan, la speranza è che «la nuova proprietà acceleri sulla via del nuovo stadio rossonero a Sesto, dopo anni e soldi persi per colpa dei ritardi di Giuseppe Sala e della sinistra che governa Milano».
Il 12 giugno non si vota solo per le amministrative e a Salvini proprio non va giù che sui referendum sulla giustizia ci sia «la censura e il bavaglio» della stampa e di alcuni politici. Tanto che auspica «un intervento del presidente Draghi e del presidente Mattarella affinché dicano qualcosa, perché rubare democrazia e possibilità di cambiamento non è degno di un Paese come l'Italia». Per il segretario la sinistra sta «nascondendo» i referendum, perché «a qualcuno fa comodo avere magistrati politicizzati con i quali provare a vincere se perdono le elezioni». Mentre invece «è importante che gli italiani sappiano che dopo trent'anni possono cambiare la giustizia». Il reddito di cittadinanza «va modificato» e magari parte di quei soldi «diamoli a chi ha una pensione minima». Il sussidio grillino «in quattro anni ha dimostrato di non essere un incentivo a trovare un'occupazione, ma per stare a casa o lavorare in nero».
Più che di salario minimo, per Salvini bisognerebbe parlare di «tasse al minimo».
L'obiettivo del Carroccio rimane «la flat tax al 15 per cento per le imprese», perché i salari «li pagano le aziende e se devono versare uno sproposito di tasse poi non riescono a pagare lo stipendio a nessuno». Quindi prima si abbassano le imposte, dopo si può intervenire per «adeguare gli stipendi e pensioni ha concluso - Cosa fondamentale, vista l'inflazione».
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