Salvini e i campi rom Majorino alza il tiro: «Sei un cialtroncello»

L'assessore replica al segretario leghista «Vuoi la ruspa contro gli insediamenti, ma sono nati quando hai governato tu»

Salvini e i campi rom Majorino alza il tiro: «Sei un cialtroncello»

Da una parte Matteo Salvini con la dichiarata intenzione di cancellare i campi rom a colpi di ruspa, dall'altra i rom con quella di raccogliere 50mila firme per vedersi riconosciuto lo status di minoranza.

Ieri il leader della Lega Nord è tornato sulla questione dei campi: «Cosa farei al posto di Alfano e Renzi? Con un preavviso di sfratto di sei mesi raderei al suolo i campi rom: prima preannuncio la ruspa, nel frattempo i rom, come tutti gli altri cittadini si organizzano: comprano o affittano casa. Volete stare in Italia? E allora cari rom avete gli stessi diritti e doveri degli italiani». La replica dell'assessore alle Politiche sociali del Comune Pierfrancesco Majorino arriva con un tweet . «Sei un “cialtroncello” perché quando a Milano hai governato i campi rom, e senza politiche di inclusione, sono nati».

Intanto in piazza San Fedele, proprio dietro Palazzo Marino, i rom aprivano la campagna per la raccolta di decine di migliaia di sostenitori per il disegno di legge presentato in Parlamento dal senatore Francesco Palermo. Lo scopo è ottenere l'equiparazione alle altre minoranze presenti in Italia: «Un percorso difficile – ha spiegato Paolo Bonetti, docente dell'Università Bicocca che nel 2010 ha avviato una ricerca sul tema alla base del ddl in questione - anche perché è una comunità non insediata». Le resistenze sono tante e a tutti i livelli: «Noi siamo impegnati in questa campagna – ha detto Corrado Mandreoli della Cgil Milano – ma anche sui luoghi di lavoro non troviamo entusiasmo, ma se non compiamo questi sforzi non cambierà mai niente». Un'opinione condivisa in parte anche dall'assessore milanese alla Sicurezza Marco Granelli, che adesso è anche nel mirino oltre che del centrodestra anche del Naga proprio per la gestione di rom e migranti: «La raccolta firme è senz'altro un'iniziativa positiva, ma non credo che sia sufficiente avere un obbiettivo di carta: bisogna anche lavorare per creare il consenso intorno alla proposta di legge cominciando da un'opera di informazione perché i pregiudizi nei confronti di questa comunità sono molto diffusi e trasversali».

A margine della conferenza l'assessore arancione ha anche affermato che il nuovo centro di emergenza sociale sarà in un'area di proprietà comunale lungo il percorso della strada statale Paullese e che ci rimarrà per cinque o sei anni: quella finora utilizzata in via Lombroso, costata al Comune 250mila euro tra riqualificazione e affitto dei container, deve tornare a Sogemi che l'aveva concessa in comodato d'uso. Sui numeri dell'accoglienza è però arrivata anche la critica, oltre che del Naga, di Riccardo De Corato di Fdi: «Secondo l'assessore Granelli, su 853 nomadi accolti nei due centri di emergenza da quando c'è Pisapia, 150 hanno trovato un lavoro. E lo dice con orgoglio pure. E gli altri 700 non fanno niente? Vanno a rubare?».

Intanto a rispondere a Salvini ci ha pensato Djana Pavlovic, portavoce del comitato promotore della raccolta firme: «Replico con un grande sorriso: i campi li hanno inventati loro e le nostre comunità da trent'anni sono devastate da una parte dall'assistenzialismo e dall'altra dalle speculazioni politiche, prima ci hanno segregato e ora vogliono arrivare con le ruspe: che ci provino».

Ma il leader delle camicie verdi non si è fermato, annunciando «la rivolta della gente per bene»: l'11 e il 12 aprile la Lega Nord sarà in «più di mille piazze italiane» con l'iniziativa «Chiedo asilo», l'idea è di raccogliere moduli firmati «per chiedere e rinunciare alla cittadinanza italiana, visto che il governo Renzi ci discrimina». «Non si possono regalare 1000 euro a chi sbarca – ha puntualizzato Salvini - e darne 280 agli italiani che sono invalidi veri».

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