
Si allunga l'interim al Welfare di Roberto Maroni?Si parla anche di questo, all'indomani dell'arresto di Mario Mantovani, vicepresidente della Regione, da poco ex assessore alla Sanità. Un incarico che scotta, oggi più che prima, nonostante Maroni insista a dire che «gran parte delle contestazioni che gli vengono rivolte sono estranee al suo incarico in Regione». Difficile ipotizzare un nuovo incarico politico dopo questa bagarre e, anche se il momento è troppo caldo perché qualunque valutazione sia definitiva, risalgono le quotazioni di un tecnico che possa occuparsi di questa materia, bruciante ormai da molti anni. Ma il varco è ormai aperto alle opposizioni, dal “civico” Umberto Ambrosoli ad Alessandro Alfieri del Pd, che già chiedono le dimissioni di Maroni, anzi porteranno in aula il voto di sfiducia contro il governatore.
«Stupore» e «sorpresa» sono i sentimenti rivelati con più frequenza su Mantovani. Il primo a difenderlo è il leader azzurro, Silvio Berlusconi, che da Mantovani ha ricevuto sostegno durante gli scontri giudiziari con la Procura di Milano: «Ci ha stupito molto questa inchiesta di cui non sapevamo nulla. Francamente conosciamo Mantovani come persona corretta e siamo in attesa di notizie». Così come è tutta in difesa la posizione del leader della Lega, Matteo Salvini, verso l'altro grande indagato, il potente assessore all'Economia, Massimo Garavaglia. «Se aiutare (senza riuscirci) un'associazione di volontariato è un reato, mi autodenuncio anch'io: arrestatemi!», dice Salvini.
Ma nonostante le spade tratte a difesa, il caso è consistente. L'inchiesta si affianca a quella che riguarda Maroni e i contratti alle collaboratrici, sia pur più contenuta e per cui il presidente della Regione ha chiesto il giudizio immediato. Alfieri, segretario regionale del Pd, teme che inizi un momento di «logoramento» e sostiene che dovrebbe essere Maroni a porsi il tema: «Si è candidato nel nome della trasparenza e della legalità, sventolando le scope, In realtà gli scandali sembrano gli stessi della passata Regione». L'allusione è ai casi Zambetti e Nicoli Cristiani, anche perché - nonostante inchieste rumorose e polemiche infuocate - per l'ex presidente della Regione, Roberto Formigoni, non è mai stato chiesto l'arresto.
Mariastella Gelmini, coordinatrice regionale di Forza Italia, non vede alcun nesso con il caso Marino e con la sua giunta caduta a colpi di scontrini: «È presto per fare valutazioni politiche, ma secondo la nostra Costituzione si è innocenti fino a sentenza definitiva e noi, diversamente dal Pd, non siamo garantisti a corrente alternata». Il presidente del consiglio regionale, Raffaele Cattaneo, Ncd, parla di «fumine a ciel sereno» commentando l'inchiesta ed esclude alcun nesso tra la defenestrazione di Mantovani da assessore alla Sanità e le attuali vicende giudiziarie.
Avverte: «Affrettarsi a gettare fango dimostra solo la volontà di cavare dalla situazione qualche interesse politico di parte». Ma la vicenda è troppo ingombrante perché possa passare sotto un silenzio dagli echi garantisti.