Giuliano Pisapia continua a tenere sulle spine la sinistra. Non si sa bene se per fare il «prezioso» o per autentica indecisione. Intanto però non si fa mancare giudizi spavaldi sui possibili avversari. Come Matteo Salvini, leader della Lega, dato in ascesa nei sondaggi e considerato un aspirante sindaco di Milano, la sua città. Ieri Salvini, in un'intervista rilasciata a «Repubblica» , ha confermato l'intenzione di candidarsi a Palazzo Marino fra poco più di dodici mesi, ma ha anche ammesso che «tutto dipende dal quadro nazionale», e in particolare dalla data del voto politico. Salvini vuole sfidare Matteo Renzi come candidato premier ed è quello oggi il suo vero sogno. O meglio, l'altro sogno, visto che continua a cullare quello di rientrare un giorno a Palazzo Marino dalla «porta principale».
Ma, a proposito di sogni, Pisapia provoca. E mostra di non considerare un incubo la sfida del giovane e rampante leader leghista. Anzi, parlando da candidato, definisce «un bel sogno» la sua possibile discesa in campo a Milano. Una spavalderia che nel centrodestra è piaciuta poco. «C'è qualcosa di stonato in questa battuta - ha detto il coordinatore regionale di Forza Italia Mariastella Gelmini - è una sicumera mal riposta: spesso, chi viene per suonare finisce suonato. Quale che sia la candidatura del centrodestra, Pisapia si prepari a rendere conto delle promesse vuote che ha fatto nel 2011: questo è il vero castello di sogni da cui i milanesi si sono già risvegliati. Gli occhi dei cittadini sono tutt'altro che dormienti: sono ben aperti su una città dove la legalità è un optional, la sicurezza una chimera, e dove le tasse sono le più alte d'Italia». Gelmini parla del centrodestra e della sua sfida: «Riportare Milano ai livelli di competitività che merita».
Il «sogno» di Salvini intanto piace ai leghisti. Anche a Roberto Maroni, considerato portatore di una linea politica diversa da quella del segretario, dentro la Lega: «Matteo Salvini «sarebbe un ottimo sindaco» ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, interpellato sulla possibilità che un altro «lumbard» vada a occupare la poltrona più importante di Milano (importante almeno quanto la sua). Ad ogni modo «è una cosa che riguarda l'anno prossimo» ha aggiunto Maroni, completamente assorbito oggi dal lavoro di governatore e dalla necessità di mediare fra le varie anime della sua maggioranza, più corrispondente a quello che è considerato il tradizionale centrodestra: Lega, centristi e Forza Italia. Lo stesso Salvini, dopo giorni di scontri molto accesi, ha voluto stemperare la polemica con il Nuovo Centrodestra, che al Pirellone è molto ben rappresentato: la Lega «non ha problemi» ha risposto, al termine di una riunione con assessori e consiglieri regionali lombardi al Pirellone, a chi gli chiedeva se ci siano problemi con Ncd nella maggioranza che in Lombardia sostiene Maroni.
«In Regione no, chi rispetta i patti è il benvenuto», ha precisato Salvini, negando che la sua presenza ieri sera al Pirellone, insieme a Maroni, fosse dovuta a una «emergenza politica». «Ci vediamo tutte le settimane - ha risposto - Abbiamo parlato di cose concrete, di ospedali, di treni, di stalle e di ticket. Non ci siamo occupati degli alleati, né di Ncd né di Forza Italia né di altri».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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