Cronaca locale

«Salvini papà italiani? Neanche zio»

Il sindaco alle mamme arabe: non sono buonista ma intelligentista

(...) on line per chiedere al sindaco moduli e cartellonistica tradotta in arabo, cinese, spagnolo e inglese nei nidi e nelle scuole d'infanzia. «Sembra impossibile - contesta il sindacalista Rsu Stefano Mansi - ma il Comune nonostante l'alto numero di bambini figli di genitori non madrelingua italiana, non ha nessuna cartellonistica né moduli e regolamenti tradotti nelle più comuni lingue parlate a Milano. Stiamo parlando di arabo, inglese, cinese e spagnolo, lingue che in alcune zone periferiche vengono parlate da oltre il 40% con punte del 80/100% dei genitori, una carenza che genera problemi continui, segnalati da molte educatrici. Così dopo aver raccolto decine di indicazioni e proposte da parte di educatrici e funzionarie, segretarie e addetti alle pulizie e alla sorveglianza, ho inviato in qualità una richiesta specifica. Su regole comuni, partecipazione, didattica, regole d'igiene è indispensabile fornire indicazioni che tutti i genitori possano comprendere». Mansi ha effettuato vari sopralluoghi nelle scuole, da via Litta Modignani a Jenner, Imbonati, Guerzoni, Villani, Scalabrini. Manzano, Brivio, De Predis, Console Marcello e «numerose segnalazioni sono arrivate dagli asili di via Lorenteggio, Cimiano, San Siro, Bruzzano».

Avere cartelli e moduli multilingue negli asili, continua la petizione e la segnalazione inviata dalla Rsu ai dirigenti dei Servizi all'Infanzia «è una misura divenuta indispensabile nella Milano del 2020, va attuata quanto prima in modo da iniziare il nuovo anno scolastico a settembre quantomeno con alcune delle disposizioni più importanti su orari, moduli, iscrizioni, vaccinazioni, colloqui e regole di igiene già tradotti». Il sindacalista ricorda peraltro le «tante segnalazioni riguardanti l'igiene e il recente caso dei 4 contagi da epatite A in una struttura dei Navigli. La massima urgenza riguarda proprio la traduzione di regole inerenti a vaccinazioni e igiene».

ChiCa

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