San Siro, al posto delle scuderie nasce il centro contro l'Alzheimer

Bagni curativi e rilassanti, massaggi, fanghi, trattamenti estetici e terapeutici. Ristorante con bar all'aperto, un gazebo per ospitare concerti e incontri nel giardino. Ancora piscine per l'idroterapia, stanze per la talassoterapia e la grotta vapori. Il tutto targato San Siro terme di Milano, il brevetto per bicarbonato calcica alcalina terrosa fredda, ovvero l'acqua termale che era stata trovata a 250 metri di profondità a San Siro, appunto. Il centro termale, firmato dall'architetto Giovanna Franco Repellini, dalla duplice natura - curativa e benessere - che avrebbe dovuto sorgere nella splendida cornice Liberty delle ex Scuderie De Montel, tra via Achille e via Fetonte, sta per essere sostituito da una struttura per anziani all'avanguardia nella cura dell'Alzheimer.
Il nuovo progetto, presentato dal Consorzio Stabile, una rete di 25 imprese per lo più milanesi, al Comune prima dell'estate, ha cambiato i connotati diventando un centro di ricovero e cura per le malattie neurodegenerative e le patologie incurabili. Dotato di strutture avvenieristiche per l'assistenza e la cura degli anziani, il centro prevede anche una sezione dedicata al ricovero. Le terme rimangono ma non hanno più il ruolo di protagoniste, e virano strettamente sul curativo. La proposta, è stata presentata alla Regione Lombardia per l'eventuale accreditamento come Rsa ovvero residenza per anziani, e a Palazzo Marino. Se ne stanano occupando l'assessore ai Lavori pubblici Lucia Castellano e il collega al Welfare, Pierfrancesco Majorino. «Stiamo valutando l'aspetto giuridico legale - spiega Lucia Castellano -: si tratta di una nuova versione del progetto con cui il Consorzio Stabile si aggiudicò il bando pubblico per il restauro delle ex Scuderie nel 2006. Come la sostenibilità finanziaria della nuova impresa, l'affidabilità dell'operatore e la domanda della città rispetto a una struttura del genere». Nel giro di qualche settimana comunque avvocatura comunale, uffici e assessori scioglieranno le riserve e prenderanno una decisione sul futuro delle De Montel, che cadono a pezzi.
A rimane invariato il piano di recupero e di restauro conservativo della struttura degli anni Venti, firmata da Arrigo Cantoni e Paul Vietti Violi (gli stessi dell'Ippodromo del Galoppo), in stile eclettico e dal forte sapore romantico. L'investimento era stimato intorno ai 30 milioni di euro per la messa in sicurezza dell'edificio, il consolidamento strutturale - avrebbe dovuto ospitare, secondo le stime, 350mila presenze annue - e il rigoroso restauro, che prevedeva l'utilizzo degli stessi materiali. Il 30% dei costi piuttosto elevati, che hanno fatto naufragare l'impresa - i finanziatori si sono trovati stretti tra la crisi e la difficoltà dell'accesso al credito - era destinato alla realizzazione dell'impianto termale e al riscaldamento dell'acqua. Ingenti anche le opere per ricavare il più ampio spazio al piano terreno, la copertura a vetro del porticato neorinascimmentale e per la veranda che avrebbe dovuto ospitare il centro fitness e le piscine.
Se la proposta del consorzio non dovesse andare in porto? «Recupereremo comunque le ex Scuderie, questo è certo» replica l'assessore ai Lavori Pubblici. Sembra che sul tavolo di Lucia Castellano siano arrivate anche altre proposte per il recupero di quel che resta delle De Montel, su cui vige il più stretto riserbo. Intanto i cittadini e i residenti della zona continuano a passare davanti allo scheletro del complesso Liberty, finito nella mappa dell'associazione Temporiuso dei luoghi abbandonati della città: «Ogni volta che ci passo davanti ho un colpo al cuore - dice Silvana Filippazzi dell'Associazione Gruppo verde San Siro - la prima segnalazione alla Sovrintendenza la feci nel 1986».

Ha raccolto 1000 firme l'associazione Vivere San Siro per chiedere al Comune che il gioiello Libery venga restituite alla cittadinanza. «Vogliamo aprire un tavolo di lavoro con l'amministrazione per elaborare un progetto partecipato» spiega Domenico Morfino.

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