
Botta e risposta a distanza tra Carlo Sangalli e l'assessore Cristina Tajani. Con l'appena rieletto alla presidenza della Camera di commercio che nel suo discorso di insediamento a Palazzo Giureconsulti ieri ha chiesto «una tassazione più equa» che consenta alle imprese una maggiore competitività. E la responsabile alle Politiche per il lavoro di Palazzo Marino che dal Tavolo per lo sviluppo convocato con le categorie produttive, le banche e l'università dice che «non bastano le richieste in termini di fiscalità che sono pur legittime, ma servono anche proposte attive». Perché il Comune alla riunione di ieri ha messo sul piatto un miliardo e 800 milioni di euro, chiedendo ai privati di fare la loro parte. Il volano, ha spiegato la Tajani, potrebbe essere «un grande piano di manutenzione diffusa a partire dagli interventi sulle periferie per generare così impresa e occupazione». E tra le priorità indicate per i nuovi investimenti mette la manutenzione di strade e patrimonio immobiliare, housing sociale, mobilità e metropolitane, cultura e sostegno alle imprese a cui per cominciare saranno riservati 100 milioni di euro. Così come fondamentale sarà la partecipazione ai bandi europei per le smart city grazie alla collaborazione tra atenei e imprese.
Tornando all'elezione di Sangalli, per lui un voto unanime (con la sola sua astensione) dei 33 nuovi consiglieri, di cui 15 nuove entrate. Tra cui il presidente di Assolombarda Alberto Meomartini e il rappresentante degli ordini professionali, l'avvocato Paolo Giuggioli. Confermati Bruno Ermolli, il presidente di Assimpredil-Ance Claudio De Albertis e Diana Bracco, presidente di Expo. E subito l'incontro con il sindaco Giuliano Pisapia che insieme alle congratulazioni gli ha «ribadito la volontà di lavorare insieme per lo sviluppo di Milano». Con Sangalli che fissa il suo programma in un decalogo che vorrebbe, oltre alla riduzione delle tasse per le imprese, l'impegno della Camera di commercio a diventare il «difensore civico» contro la cattiva burocrazia e fare di Milano «la capitale delle start up, la nuove imprese fortemente innovative». Perché un terzo delle attività nate nell'ultimo anno sono proprio «figlie della crisi: nascono cioè come forme di autoimpiego in mancanza di alternativa». Senza dimenticare il ruolo di facilitatore e garante nel rapporto tra imprenditori e banche per il raggiungimento del credito. Perché «con 285mila attività, la Camera di commercio è la casa delle imprese». E dunque «se dovessi dire cosa serve alla città - ha concluso Sangalli - direi priorità assoluta all'economia reale delle imprese. In tre parole crescita, sviluppo, occupazione.