Maria Sorbi
Se il Governo avesse evitato quella sforbiciata di 280 milioni alla Regione Lombardia, altro che taglio al bollo auto di appena il 10% (per chi paga con la domiciliazione). E altro che riduzione dei ticket. I ticket non esisterebbero proprio. Invece non è così. Anzi, è già tanto che i tagli da Roma non ammontino a 400 milioni, come paventato in un primo momento. Il presidente lombardo Roberto Maroni sostiene di aver già fatto «un miracolo» per approvare una manovra del genere, senza infierire sulle tasche dei lombardi con nuove tasse o aumenti.
«Nonostante i tagli feroci, siamo riusciti a imbastire un pianto straordinario di 500 milioni per la sanità» annuncia. Le casse della sanità, che da sempre rappresentano oltre l'80% del bilancio regionale da 23 miliardi di euro, verranno rimpolpate con ulteriori risorse da spalmare da qui al 2019. I fondi serviranno per mettere in atto la riforma appena approvata: verranno utilizzati per acquistare nuovi macchinari ospedalieri, per investimenti nell'edilizia sanitaria (ad esempio il nuovo ospedale Busto-Gallarate o la fusione San Paolo e San Carlo), per assumere nuovo personale e per ridurre i ticket. Maroni avrebbe voluto cancellarli del tutto entro la fine del suo mandato ma l'impresa risulta sempre più ardua: per ora verranno ridotti, grazie a un investimento ancora da decidere ma che potrebbe superare i 30 milioni di euro. Ed entro Natale si valuterà su quali categorie effettuare la riduzione e su quali prestazioni. Una quota dei 500 milioni extra verrà destinata al piano di riduzione delle liste d'attesa, ad esempio potenziando gli ambulatori aperti no-stop, in cui è possibile effettuare esami fino alle 22, senza intasare di codici bianchi gli ospedali.
E tra le righe della manovra finanziaria, la Regione lancia un messaggio preciso a Roma: «Nonostante i tagli, noi riusciamo comunque a trovare risorse importanti. Renzi invece fa solo pasticci». La vede diversamente il Pd di Enrico Brambilla: «Maroni accusa il governo per giustificare il fatto che non abolirà i ticket sanitari e non cancellerà il bollo auto, come aveva boriosamente promesso. Tutte quelle risorse non ci sono oggi e non c'erano quando al governo sedeva Maroni. Ai Lombardi bisognerebbe dire le cose come stanno, non illuderli con false promesse irrealizzabili».
Maroni invece rilancia e non si lascia sfuggire l'occasione per una stoccata al premier, dopo che il Governo ha cancellato dal patto di stabilità i soldi attesi per il progetto del post Expo e la realizzazione del campus universitario attorno allo Human technopole. «Noi riusciamo lo stesso a essere virtuosi - commenta - lui invece non riesce nemmeno a trovare 8 milioni di euro per il post Expo». E poi ribadisce l'ultimatum a Roma: «Nel bilancio 2017 abbiamo mantenuto il contributo per Expo - precisa Maroni - Ma se entro la fine dell'anno il Governo non metterà i soldi, allora anche noi ci comporteremo di conseguenza».
Il vero nodo da affrontare perché la Regione abbia a disposizione più fondi resta sempre lo stesso: i costi standard. Se venissero approvati, per la Lombardia significherebbe avere circa 10 milioni in più all'anno. «Ma è chiaro che Renzi non ha il coraggio di applicarli - attacca il governatore lombardo - Se lo facesse, sarebbe costretto a ridurre i finanziamenti al Sud.
Ed invece continua a riappianare i buchi di bilancio delle regioni meno virtuose del Sud. Glielo rinfaccerò ancora»: L'occasione per rinfacciarglielo sarà giovedì, quando Maroni sarà a palazzo Chigi per affrontare varie questioni: da Expo, su cui vuole garanzie precise, ai tagli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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