Sanità, i nuovi manager entro Natale

Il governatore Maroni nominerà i direttori generali. Incubo quizzone: bocciati due dirigenti su tre

E poi li metti dietro a un banco. Ed ecco che, in meno di un'ora, i manager che per vent'anni sono stati a capo degli ospedali lombardi slittano in fondo alla classifica e i volti della sanità lombarda si rinnovano. Non sono mancati colpi di scena nel quizzone per i direttori generali delle aziende ospedaliere. Sono spariti dalla scena volti come quello di Pietro Caltagirone (che è stato a capo di Niguarda, San Matteo e dell'ospedale di Vimercate) e Giorgio Scivoletto (a capo dell'Asl di Legnano e fedelissimo dell'ex assessore alla Sanità Mario Mantovani). Bocciata anche lady Lega, Cristina Cantù, ex assessore alla Famiglia nella giunta Maroni. Nel caso in cui fosse stata promossa, sulla sua eventuale nomina da manager ci sarebbe stata comunque qualche incognita a causa del suo passato politico. Fuori anche Giovanni Michiara, del Fatebenefrateli. Tra i promossi spicca invece il nome di Marco Trivelli, alla guida del Niguarda, dove con ogni probabilità resterà. Buon risultato anche per Carlo Nicora, direttore generale dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Tra i nuovi big ci sono anche Mara Azzi (Asl di Bergamo), e Giuseppe Rossi (ospedale di Lodi), vicino al presidente Roberto Maroni più che per questione di «quote» per questioni musicali: Rossi è infatti uno dei componenti del Distretto 51, il gruppo in cui suona il governatore. A superare brillantemente la prova scritta anche Enzo Belleri (Civili di Brescia). Passano anche Alberto Zoli (Areu) e Callisto Bravi, direttore dell'ospedale di Varese. Nel listone dei cento, il presidente Maroni pescherà i nuovi direttori: i 49 big che gestiranno gli ospedali nei primi anni della nuova riforma sanitaria. E quest'anno, per la prima volta, le regole dovrebbero cambiare. Niente più lottizzazioni e ammiccamenti politici, come denunciò apertamente cinque anni fa l'allora assessore lombardo Luciano Bresciani, ma nomine trasparenti, fatte in base alla reale preparazione dei candidati. Il test psicoattitudinale - fortemente voluto dalla sinistra e preparato dalla società Selexi - dovrebbe servire proprio a questo. A spazzare via le «quote» nella spartizione delle poltrone d'oro e a creare una squadra di tecnici, con un passo indietro della politica. «Basta con la logica del posto all'amico dell'amico» aveva annunciato lo stesso Alberto Zangrillo, da poco eletto responsabile della Sanità di Forza Italia. Ora gli aspiranti manager dovranno sostenere «la prova orale» con il presidente Maroni. «Mi baserò sempre sul curriculum, non sull'appartenenza.

Sentirò tutti per scegliere meglio, ma io mi assumo la responsabilità della scelta» spiega lui che annuncia le nomine entro Natale. E comunque la legge prevede che si possa scegliere anche al di fuori della short list, quindi potrebbero esserci nuove sorprese.

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