Cronaca locale

Sanità, visite anche la sera e nei festivi

Ambulatori aperti per le prestazioni di base, radiologiche e diagnostiche anche nei giorni festivi, il sabato e nelle ore serali dei giorni feriali. A costo zero. È quanto chiede in Regione all'assessore alla Salute Mario Mantovani la Lega, sul modello del Veneto dove il governatore del Carroccio Luca Zaia ha già dato il via a un'esperienza simile. Una ricetta presentata anche in Lombardia per «accorciare le liste d'attesa per le prestazioni ambulatoriali». Ma soprattutto per «andare incontro alle nuove esigenze lavorative» dei cittadini che così potranno sottoporsi a esami diagnostici senza per questo dover perdere ore di lavoro. E così i sofisticati macchinari potranno anche essere utilizzati in un arco maggiore di tempo, ammortizzandone così gli ingentissimi costi.
Un iter che comincerà con la presentazione in consiglio di una mozione di cui è primo firmatario il presidente della commissione Sanità Fabio Rizzi. «È assolutamente importante organizzarsi sulla falsariga del Veneto», ha spiegato ieri Rizzi aggiungendo che si tratterebbe semplicemente di una riorganizzazione degli ambulatori senza la necessità di intervenire a livello legislativo, ma attraverso le clausole dei contratti di settore in base «ai bisogni prioritari del territorio». Al suo fianco il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo che ha spiegato come si tratti di «un intervento fatto in un'ottica macroregionale che porta a cooperare fra Regioni sulle idee buone». E su questo, ha sottolineato, «abbiamo sentito anche l'assessore alla Salute che ha già dato la sua disponibilità».
Critico il centrosinistra che con Sara Valmaggi (Pd) dice che «Regione Veneto per allargare gli orari delle prestazioni diagnostiche e ambulatoriali ha messo a bilancio risorse aggiuntive per 30milioni di euro. La giunta lombarda, invece, ha fatto un'altra scelta decidendo di spendere 25 milioni di euro per comprare pacchetti di prestazioni a strutture private, allo stesso scopo di abbattere le liste d'attesa». Con «risultati insoddisfacenti», dice Valmaggi, «visto che oggi vengono sul proposta del Pd che aveva chiesto di seguire il modello partito dal Veneto e poi utilizzato da altre regioni come la Puglia».
In merito alla spesa Rizzi, rispondendo a Valmaggi, dice che non ci saranno costi aggiuntivi. La proposta è di «usare in maniera diversa la parte variabile degli stipendi legata a obiettivi specifici». Quella che si usa per altre attività come le sale operatorie, «ma in questo momento ci sembra che la necessità prioritaria sia quella di abbattere i tempi per le prime visite e per gli esami necessari alle diagnosi». Per questo non saranno necessarie risorse aggiuntive. «Si tratta - dice Rizzi - di azioni cosiddette “isorisorse”, un risultato ottenibile utilizzando diversamente i fondi già disponibili per gli incentivi». In realtà, ha aggiunto Rizzi, «in Lombardia già molti presidi ospedalieri hanno già sperimentato il prolungamento fino a tarda ora serale o al sabato.

Si tratta ora di migliorare, incrementare e armonizzare tutte le prestazioni aggiuntive già messe in campo dalle singole realtà».

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