La Scala pagherà una parte del contratto integrativo ai dipendenti. Almeno il 27 per cento ma «il cda farà il possibile per pagare il 50%». Un «obiettivo raggiungibile» hanno assicurato ieri il sindaco che presiede il cda e gli altri membri, che dopo l'esame dei conti indicano quindi ai sindacati in agitazione un incontro a metà strada. L'anno era iniziato con un previsionale pari al 2011, poi sono venuti a mancare quasi sette milioni di contributi pubblici: tre dallo Stato, 3 milioni dalla Provincia che era a rischio default mentre dal 2013 tornerà a versare la propria quota, uno dal Comune. Un «buco» che il teatro riesce a coprire per almeno 4 milioni grazie a una politica di risparmio gestionale e incremento degli spettacoli (e quindi degli incassi da biglietteria). Nel 2012 quindi si prevede un attivo di 1,2 milioni se non si pagano i 4 milioni di integrativo (previsto solo in caso di pareggio), ma il cda punta al pareggio e a garantire appunto almeno la metà del bonus ai lavoratori, alla disponibilità di uno dei soci, Aldo Poli per la Fondazione Banca del Monte di Lombardia, ad anticipare sul 2012 una quota del contributo previsto per quest'anno. Nessun contributo aggiuntivo dallo Stato sul 2012, ma il ministro ai Beni culturali si è già impegnato a riservare alla Scala un fondo speciale per il 2013 per le celebrazioni dell'anno verdiano-wagneriano. Contributi che in parte saranno mirati alle trasferte internazionali dell'Orchestra, in parte agli eventi cittadini per il Bicentenario dalla nascita del maestro Giuseppe Verdi. «Non posso che ringraziare della particolare attenzione non per Milano - precisa Pisapia - ma a Verdi, a un anniversario importante per l'intero Paese». Ma il sindaco di Venezia Giorgio Orsini protesta: «Fondi extra alla Scala sarebbero incomprensibili».
Pisapia non riesce a convincere nemmeno i sindacati. «Diamo loro una buona notizia rispetto all'ultimo cda, quando sembrava che i conti non avrebbero permesso neanche un parziale pagamento del bonus». Ma per la Cgil «è diventato realtà ciò che temevamo da tempo: si fanno pagare ai lavoratori della Scala il buco in bilancio e gli sprechi. I lavoratori hanno dato la totale disponibilità per la produttività in questi anni, raggiungendo livelli altissimi dal punto di vista qualitativo e quantitativo». Inoltre «da troppo tempo manca il direttore dei laboratori Ansaldo, nel 2015 non ci sarà più l'attuale sovrintendente e già adesso questo crea una situazione grave. Ribadiamo la necessità di un incontro con il presidente della Fondazione», cioè Pisapia. Che, almeno sul capitolo Lissner (dal 2015 dirigerà l'Opera di Parigi) assicura che il futuro sovrintendente si saprà in tempi «ragionevolmente brevi». Il cda ieri ha dato mandato esplorativo al vice Bruno Ermolli, che già all'epoca dell'addio di Riccardo Muti trovò Lissner. Entro luglio dovrebbe arrivare la decisione definitiva, ieri il cda ha cominciato a valutare se sia meglio trovare qualcuno che come Lissner unisca le cariche di sovrintendente e direttore artistico o piuttosto due persone diverse.
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