La Scala scommette sul futuro Il «Flauto magico» è dei giovani

Coro e orchestra dell'Accademia per l'opera di Mozart Il maxi finanziamento della Cassa depositi e prestiti

Sabrina Cottone

Il primo flauto si chiama Chiara Scucces, ha 23 anni ed è al suo primo anno d'Accademia alla Scala. E basta già la sua età a dare l'idea di quanto sia speciale questo allestimento del Flauto magico di Mozart che ha debuttato ieri sera alla Scala. Dieci in tutto le serate in calendario fino al 26 settembre. Al lavoro duecentocinquanta giovani dell'Accademia, tra musicisti, attori, cantanti, sarti, truccatori, costumisti.

Regista è il tedesco trapiantato in Italia Peter Stein, maestro del teatro europeo con varie invasioni nell'opera. Direttore d'orchestra l'ungherese Adam Fischer. Due grandi per far nascere Die Zauberflöte dalla freschezza di musicisti arrivati da tutto il mondo per studiare alla Scala. Dice Stein con sicurezza: «Ai giovani cantanti non è necessario togliere i vizi». E Fischer: «L'idea non è mia ma io sono molto contento perché tutti sanno che i giovani artisti hanno bisogno dell'esperienza dei vecchi. Mi sento più giovane dopo questa produzione».

Un investimento importante, importantissimo, pari a quello della prima, la Madama Butterfly di Puccini che il 7 dicembre aprirà la stagione della Scala. Fa effetto pensarlo eppure è vero e i conti sono presto fatti dal sovrintendente, Alexander Pereira: «Il singolo cachet è basso ma gli studenti devono vivere a Milano, quindi il costo complessivo diventa alto». È un investimento sul futuro, sulle voci e le professionalità che verranno.

Finanziato, grande novità, dalla Cassa depositi e prestiti, che conta di impegnarsi anche in produzioni future con i giovani. Spiega Pereira: «C'è una grande vicinanza tra Conservatorio e Accademia. È l'unico teatro al mondo con questa responsabilità con i giovani e si vede con tutto quel che facciamo per i bambini. Il nostro progetto è trasformare la Scala nel luogo del mondo in cui si va per crescere».

È Claudio Costamagna, presidente della Cdp, a entrare nelle ragioni anche economiche di un intervento economicamente tanto imponente: «Questa è la nostra idea dell'Italia. La Scala è il secondo brando più importante al mondo dopo la Ferrari e noi vogliamo Sfruttare al massimo questo asset strategico. Lo sono la Scala e i giovani, che danno speranza al Paese, dove si è affievolita».

Luisa Vinci, direttore generale dell'Accademia, parla della produzione con entusiasmo. E con altrettanta soddisfazione illustra i risultati professionali della sua scuola tanto speciale: «Abbiamo un tasso di placement molto alto per gli studenti dell'Accademia. I ballerini, la sartoria, truccatori e parrucchieri trovano lavoro nel 100 per 100 dei casi.

Le altre categorie, come elettricisti falegnami sarti, si collocano nel 75. Contiamo 1200 allievi l'anno divisi così: 600 nei corsi professionali e 600 nel settore artistico, soprattutto bambini, nel coro delle voci bianche». Il futuro della lirica coltivato sin dal primo gorgheggio.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica