Scatta la tassa sui turisti. E anche i ricorsi

Domenica entra in vigore l'imposta di soggiorno. Federalberghi annuncia battaglia: è una follia

Scatta la tassa sui turisti. E anche i ricorsi

Ultimo week end free per turisti e albergatori quello trascorso: domenica scatta la tassa di soggiorno. Un salasso per chiunque voglia dormire nei circa 300 hotel della città. Gli albergatori stanno già studiando le contromosse per difendersi, e difendere l'attrattività di Milano: il ricorso. Si parla di un euro a stella a persona al giorno, con il tetto massimo di 14 euro per i residence. Chi paga? Tutti tranne i residenti, i minori di 18 anni, gli under 30 anni che pernottano negli ostelli, gli universitari under 26 anni ospiti dei campus. Esenti i familiari e gli accompagnatori, limitatamente al periodo di ricovero, di degenti negli ospedali di Milano e Provincia. Per favorire il soggiorno in città - così ha stabilito il consiglio comunale che ha licenziato la delibera firmata dall'assessore al Turismo Franco D'Alfonso l'11 giugno - l'imposta potrà essere ridotta del 50% per i periodi di scarsa affluenza, i mesi di luglio e agosto e dal 10 dicembre al 10 gennaio. Per congressi e fiere di grande richiamo invece il taglio sulla tassa, che deve essere girata interamente al Comune, sarà legata allo sconto sulle stanze di almeno il 25%.
La gabella si abbatte in un periodo veramente infelice per il turismo milanese, che quest'estate ha registrato meno 4% di presenze rispetto allo scorso anno. Preoccupati gli albergatori, che si lasciano alle spalle un'estate grigia dal punto di vista degli affari: «C'è la crisi: questa tassa è una follia! Come facciamo a pretendere che le aziende si riprendano?» - si chiede Remo Eder, vicepresidente di Federalberghi Milano, che riunisce circa 130 hotel. La dimostrazione? «Sono spariti i clienti italiani, se non ci fossero brasiliani e russi, interessati in particolare allo shopping, cinesi e giapponesi il turismo sarebbe morto». Impensabile applicare la tassa: «I nostri clienti ci chiedono di includerla nel prezzo dell'albergo. Ci siamo rivolti a uno studio perché prepari il ricorso contro un balzello folle» annuncia Eder.
Sopravvive solo il turismo di affari, che con l'imposta di soggiorno sarà comunque gravemente penalizzato: la città ha appena registrato un calo delle presenze e «ora si troverà a dover fronteggiare la concorrenza dei comuni limitrofi, non soggetti alla tassa e questa è un'ingiustizia. È chiaro che chi viene per le fiere dormirà direttamente a Rho. Almeno si applichi il provvedimento a livello provinciale». Non solo, «come la mettiamo con le aziende e le società convenzionate con noi, che pagano per i dipendenti a 90 giorni? Tocca a noi anticipare al Comune la tassa di soggiorno? Se Palazzo Marino ci avesse convocato al tavolo - denuncia Eder - avremmo potuto esporre le nostre ragioni».


Un altro grave handicap per l'attrattività di Milano secondo il vicepresidente di Federalberghi è rappresentato dalla fine di Malpensa: «non esistono voli intercontinentali diretti, gli stranieri si lamentano che per arrivare devono fare il giro del mondo, disagio che significa tempo prezioso perso per i business men».

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