In scena «La Scala è mobile» La crisi secondo i Legnanesi

In scena «La Scala è mobile» La crisi secondo i Legnanesi

Con le irresistibili avventure della famiglia Colombo si va sul sicuro. A Milano lo sanno molte bene. Già, perché il successo è assicurato quando il teatro dialettale en travesti dei Legnanesi va in scena all'ombra della Madonnina. Tanto per dirne una, per «Lasciate che i pendolari vengano a me», la penultima fatica in ordine di tempo della saggia Teresa, di sua figlia Mabilia, del bonario Giovanni & C., il Teatro Nazionale accolse 50 mila spettatori (quarto campione d'incassi a livello nazionale, dietro Aldo Giovanni e Giacomo, Enrico Brignano e il musical Priscilla). Facile pronosticare un pienone bis per «La Scala è mobile», la nuova commedia della compagnia tutta al maschile fondata da Felice Musazzi nel lontano 1949, al Nazionale da domenica 5 gennaio fino al 23 febbraio. Oltre due ore e passa di «rivista», che prova a strizzare l'occhio a Broadway, ai valzer della famiglia Strauss e a Modugno, per uno spassoso e turbolento viaggio alla conquista degli Stati Uniti con successivo quanto rapido ritorno in Patria, al solito e forse più rassicurante cortile di casa e al «italiandialetto», e cioè a quel mix di italiano e dialetto lombardo che costituisce una delle cifre più caratteristiche dei Legnanesi e che ha permesso loro di affrontare con inaspettato successo la platea del Sistina di Roma, dove torneranno a marzo. Per la gioia dei fan dei Legnanesi che non ne vogliono proprio sapere di rinunciare al loro fare spettacolo mescolando una comicità sì molto popolare ma mai volgare e vicende di persone comuni alle prese coi problemi di tutti i giorni. In primis la crisi economica. Che c'era quando Musazzi scrisse e mise in scena la prima versione di «La Scala è mobile» e gli italiani furono chiamati a decidere se abrogare la norma che comporta un taglio dei punti della scala mobile e c'è purtroppo ancora oggi.

Un palcoscenico, per la cronaca, ricco di sfarzosi costumi tra lustrini, paillettes e piume di struzzo disegnati da Enrico Dalceri e non pochi momenti musicali, che solo nelle repliche milanesi saranno eseguiti da un'orchestra dal vivo di sette elementi diretta dal maestro Arnaldo Ciato.

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