Scola «riapre» la moschea? Tempo scaduto

di Alberto GiannoniL'arcivescovo di Milano, Angelo Scola, riapre le moschee di Milano. Il cardinale è intervenuto ieri al termine dell'inaugurazione della XXI Triennale: «La presenza di tante realtà musulmane a Milano - ha detto rispondendo a una domanda - ha avuto già delle verifiche tali e sufficienti da consentirci di procedere con maggiore decisione a risolvere questa questione». «Bisogna che tutti quanti armati di buona volontà - ha proseguito - ci decidiamo a dare una soluzione a questa importante questione». «Nel rispetto - ha aggiunto - di vari elementi che sono il principio della libertà religiosa che domanda un luogo di culto, allo stesso tempo il rispetto della grande tradizione cristiana del nostro popolo e del contesto attuale di transizione segnato da elementi tragici nella garanzia di sicurezza da dare a tutti i cittadini». Per Scola, insomma, con le dovute cautele, si può risolvere la questione «con maggiore decisione». Queste parole si inseriscono nella tradizionale apertura della Curia milanese, confermata negli anni di Dionigi Tettamanzi. Nonostante qualche incidente di percorso in cui sono incappati i centri islamici (fra tutti la preghiera in piazza Duomo) la Chiesa ambrosiana ha spesso riconosciuto il loro diritto di avere un luogo di culto ufficiale in città. E questa apertura oggi si inserisce nel discorso sul «meticciato». La partita dei luoghi di culto islamici solo ieri pareva chiusa con un definitivo «nulla di fatto».

E oggi sembra riaperta, tanto che lo stesso sindaco, Giuliano Pisapia, ieri sera ha annunciato l'intenzione di andare avanti: «Dopo il ricorso - ha detto, dopo le parole dell'arcivescovo - potremo prendere le decisioni giuste. Dipenderà dall'esito del ricorso». In realtà errori e incertezze del Comune sono stati troppi e troppo profondi per poter essere superati.

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