Non sempre la vediamo quando entriamo in Duomo, ma lassù in alto in alto, poco sotto il fastigio dell'abside, una lucina rossa è sempre accesa. Illumina il Santo Chiodo, la reliquia più preziosa della cattedrale: uno dei ferri piantati nella carne di Gesù, che secondo una lunga e consolidata tradizione Elena, madre dell'imperatore Costantino, ritrovò a Gerusalemme, sul Golgota, luogo della crocifissione e morte del Signore.
Le vicende avventurose del chiodo sono rappresentante nella cappella iemale, dietro l'altare maggiore. È qui che ogni anno, con rito che risale a san Carlo Borromeo, il vescovo sale sulla Nivola, un ascensore a forma di nuvola decorato con angeli su cartapesta. Viene innalzato fin sotto la volta, dove prende il Chiodo e lo porta a terra, per esporlo alla venerazione dei fedeli per tre giorni. Accadrà anche oggi in Duomo. Dopo la preghiera della sera alle 15, il cardinale Angelo Scola guiderà il rito della Nivola che darà il via al triduo: tra la processione di domani pomeriggio alle 4 e le Messe celebrate davanti alla reliquia (domani alle 10 la Messa sarà trasmessa in diretta su Rete4), lunedì si arriverà al viaggio di ritorno della Nivola per riporre il Chiodo al suo posto.
Non è strano che nel terzo
millennio si dia ancora tanta importanza a un oggetto materiale, di cui non abbiamo nemmeno la certezza assoluta che sia il chiodo della Croce? Risponde e spiega il senso monsignor Marco Navoni, dottore della Veneranda (...)- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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