Coronavirus

Scontro su shopping e divieti. E Fontana: "I lombardi saggi"

Pure Sala difende i cittadini: "Non sono irresponsabili". Intanto il Covid brucia 1 miliardo solo a Lodi e Monza

Scontro su shopping e divieti. E Fontana: "I lombardi saggi"

I vincoli di Natale sono tornati al punto di partenza. Le restrizioni sono state appena allentate, la gente è uscita di casa, e domenica è lo ha fatto invadendo il centro, attratta anche dal sole, oltre che da un comprensibile bisogno di normalità. Qualcuno, anche al governo, ha reagito spaventato e irritato, invocando la reintroduzione di un lockdown generale. Eppure questa linea dura di cui si ragiona nei palazzi romani non entusiasma i palazzi milanesi. E per una volta anche il sindaco, Beppe Sala, difende con forza i cittadini e smonta la narrazione che piace ai partiti di governo, quella solfa paternalista secondo la quale sarebbe l'irresponsabilità dei cittadini a determinare la necessità di misure restrittive. «Se qualcuno si meraviglia vuol dire che non conosce la realtà sociale in cui viviamo - ha detto nel suo intervento all'evento di Direzione Nord What Comes Next? - Era assolutamente prevedibile. Il governo lancia l'operazione cashback e poi te la prendi con cittadini che fanno acquisti: la cosa più detestabile sono quelli che dicono che i cittadini sono irresponsabili. Non è così: è un fardello, quello delle decisioni, che spetta a politici. Poi io ribadisco che ci vuole prudenza».

Diverso, più centrato sulla prudenza, il ragionamento del presidente della Regione Attilio Fontana, ma in fin dei conti convergente, con quello di Sala su un aspetto cruciale: la fiducia nei cittadini. Nello stesso evento, organizzato alle «Stelline» si è parlato anche della zona rossa di Natale ipotizzata dal governo e data da molti per probabile. E il governatore ha dichiarato: «Sono convito che la saggezza dei nostri cittadini potrà impedire» questo esito. Quindi si è detto «non preoccupato» per l'allentamento delle misure previsto con l'ingresso in zona gialla della Lombardia. «Ci sono tanti assembramenti però era anche spiegabile: era il primo giorno di libertà e la gente si è lasciata andare» ha spiegato.

In Regione nutrono la convinzione che la Lombardia possa trainare la ripresa, alla fine di un anno che lo stesso Fontana, agli Stati generali sulla famiglia, ha definito «drammatico». Il quadro dell'economia resta fosco. Il Covid - ha calcolato ieri Assolombarda - ha bruciato quasi un miliardo di export. Eppure nelle imprese lombarde, e in quelle milanesi in particolari, si scorgono anche elementi di speranza. Secondo Assolombarda, nel 2021 una bella fetta di imprese confermerà gli investimenti già pianificati: oltre il 30% li manterrà inalterati, nonostante la crisi. Assolombarda vede quindi «un tessuto imprenditoriale resiliente e dinamico, con una forte vocazione manifatturiera e una crescente apertura ai mercati esteri, che oggi però sconta il clima di grande incertezza dovuto alla pandemia e il deterioramento del clima di fiducia delle imprese per i mesi a venire, con valori a novembre comparabili ai minimi della crisi del 2009 per i servizi e a quella del 2012 per il manifatturiero». «Oggi più che mai - ha dichiarato Alessandro Spada, presidente di Assolombarda mentre torna a scendere il clima di fiducia di imprese e consumatori, occorre tracciare in modo chiaro una direzione Paese. Invece, in questi mesi abbiamo solo assistito a una successione di provvedimenti di emergenza. La stessa legge di bilancio non sembra prevedere fondi nazionali diretti agli investimenti nelle linee strategiche del futuro del Paese, se non attraverso Next Generation EU».

«Dobbiamo, inoltre, accelerare sul Recovery Fund, che sta mettendo in luce una preoccupante incapacità del Paese di predisporre piani di investimento puntuali e progetti dettagliati».

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