Scontro sui matrimoni gay Ora il prefetto è in difficoltà

Il Viminale chiede di cancellare le trascrizioni, Tronca prende tempo «La questione è complessa, io applico la legge e devo conoscere i fatti»

Scontro sui matrimoni gay Ora il prefetto è in difficoltà

«Prima di qualsiasi valutazione bisogna conoscere lo stato dei fatti, io applico la legge con grande attenzione e devo capire come stanno le cose, la questione è complessa» spiega il prefetto Francesco Paolo Tronca. Si respira un'atmosfera tesa in corso Monforte. La circolare del ministro dell'Interno Alfano in cui si invitano «i prefetti a rivolgere ai sindaci formale invito alla cancellazione, ove effettuate, delle trascrizioni, contestualmente avvertendo che, in caso di inerzia, si procederà al successivo annullamento d'ufficio degli atti illegittimamente adottati» ha messo l'inquilino di palazzo Diotti in serie difficoltà.

«Non sono un attendista» ha detto il prefetto all'annuncio da parte del sindaco delle sette trascrizioni, ma al di là della volontà politica rimane il nodo delle competenze. Come dire: sto studiando la questione, ma oltre sembra che non possa andare. Per dimostrare la sua solerzia ieri Tronca ha chiesto ufficialmente al Comune di conoscere tutti gli atti che riguardano la trascrizione dei sette matrimoni omosessuali fatta giovedì dal sindaco. Nessuno vuol parlare a palazzo Diotti, l'imbarazzo è palpabile, anche perché nel pomeriggio Alfano ha ribadito la sua posizione: «Voglio solo far applicare la legge e in Italia non esiste una norma che consente il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Ricordo che i sindaci agiscono come ufficiali di governo e debbono attenersi alle leggi dello Stato». Sulle unioni gay «faremo una legge» l'entrata a gamba tesa del premier Matteo Renzi.

Sembra però, almeno secondo gli avvocati della rete Lenford, l'associazione che si batte per i diritti lgbt, che il prefetto non abbia alcuna competenza sulla cancellazione delle trascrizioni. «Alfano ha sostenuto che il prefetto possa intervenire in nome dell'autotutela della pubblica amministrazione - spiega l'avvocato Manuel Girola - ovvero annullando quegli atti amministrativi sbagliati. Ma le norme dello stato civile sono soggette all'impugnazione del tribunale, o meglio solo la magistratura ordinaria può eventualmente impugnare tali atti, su ricorso della Procura della Repubblica». Il rito camerale prevede la partecipazione obbligatoria del pm, e a Milano nei due procedimenti conclusi in primo grado contro il Comune che aveva rifiutato la trascrizione prima dell'estate, la procura - ricorda Rete Lenford - era intervenuta a favore delle coppie, sostenendo la loro ragione nel chiedere la trascrizione del loro atto di matrimonio. «Certo, ora la procura potrebbe anche prendere decisioni diverse, ma è chiaro che non può sottostare ai poteri del governo».

Il prefetto ha fatto sapere di aver chiesto ufficialmente i documenti al Comune. «Esattamente come hanno fatto i prefetti di Bologna e Udine nei confronti delle amministrazioni perché non possono andare oltre le indagini - spiega ancora l'avvocato Girola - se la prefettura impugna gli atti, compie un “atto di eccesso di potere“, un errore grossolano privo di effetti». In che senso? «Noi lo impugneremo».

Al momento nell'ufficio Affari civili della Procura della Repubblica non è arrivato nulla. Perché la macchina si metta in moto è necessario che un ufficiale di stato civile trasmetta alla Procura una «denuncia».

Ma sembra improbabile che un dipendente dell'anagrafe segnali eventuali irregolarità di un atto trascritto personalmente dal sindaco, che è stato attento a confezionare un atto «inattaccabile» dal punto di vista tecnico.

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