La scuola a distanza funziona, anche se rimangono problemi e paure

L'insegnamento a distanza dovuto all'emergenza Coronavirus sta funzionando, come emerge da un focus elaborato da un istituto privato milanese

La scuola a distanza funziona, anche se rimangono problemi e paure

Come sta andando l'insegnamento a distanza ai tempi del coronavirus? Fare un bilancio non è facile, ma ci sono dei segnali interessanti di cui si dovrà tener conto quando la crisi sarà solo un ricordo. Gli studenti di impegnano e apprendono e gli insegnanti, dopo qualche iniziale difficoltà, hanno trovato i modi più corretti per interagire coi ragazzi. Ovviamente non mancano alcune criticità, tra cui il senso di spaesamento e in alcuni casi la paura e l'angoscia. Tutti questi aspetti emergono da un interessante focus della scuola superiore "Freud" di Milano.

Nello specifico è stato fatto un attento monitoraggio per cercare di capire l'efficacia degli strumenti per l'e-learning: in circa due mesi i risultati sono molto buoni: il 97% delle lezioni
online sono state seguite dai 650 studenti, il 98% degli allievi è in contatto con attività da remoto, il 99% dei docenti è soddisfatto delle attività online ed anche le famiglie sono soddisfatte.

Veniamo ai problemi. Sembrerà strano ma pur appartenendo ad una generazione nativa digitale, come si dice in gergo, molti ragazzi hanno avuto problemi tecnico-informatici: problemi maggiori hanno avuto gli insegnanti, che hanno ricevuto una formazione ad hoc. Il "disagio" maggiore si è avuto nel mancato rapporto diretto con i docenti, con alcuni diffusi sentimenti quali "la paura di non farcela", l'ansia da prestazione ed una per certi versi comprensibile "angoscia per il futuro". Tutti aspetti importanti su cui bisognerà studiare e approfondire.

Il direttore dell'istituto, Daniele Nappo, spiega che ci si è ritrovati nella "necessità di costruire un nuovo modo di 'fare scuola' e si sente la mancanza della relazione personale che è veicolo del sapere. La didattica a distanza ha modificato l'ordinamento della formazione scolastica ed è stato quindi necessario riconsiderare le prospettive e modificare l'approccio ai processi. La valutazione in itinere - prosegue - è stata computata sullo stato di avanzamento della programmazione didattica e sul piano dell'offerta formativa in cui i progetti sono inseriti, per meglio valutare il bisogno di cambiare le specifiche di realizzazione o anche il modello progettuale originario, ancora per connettere le attività di coloro i quali sono impegnati nella concretizzazione del progetto di formazione".

Nessuno era pronto ad affrontare una situazione del genere. I risultati sono importanti, sia nel pubblico che nel privato.

Si dovrà lavorare ancora molto per migliorare, nell'interesse dei ragazzi, dei loro insegnanti e, più in generale, di tutta la società. Ma siamo certi che i passi in avanti tecnologici fatti in questa fase di emergenza saranno importanti anche per il futuro del nostro sistema scolastico.

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