«Se la colonna sonora è emozionante i personaggi restano di più in mente»

Mado Proverbio: «Associamo automaticamente i suoni e le immagini»

Luca Pavanel

La musica per film? Decisiva, può decretare il successo o la caduta di un film. Detto questo sembra di scoprire l'«uovo di Colombo», eppure produzioni per il grande e piccolo schermo ancora vengono azzoppate tanto o poco a causa di colonne sonore sciape se non addirittura inascoltabili.

«Confermo - attacca Alice Mado Proverbio, neuroscienziata all'Università Bicocca di Milano e uno dei relatori del festival «Cervello Cinema» (il suo intervento sul «Perché il cervello ricorda di più i cattivi») -. Una brutta musica, nonostante magari bella trama e immagini, può distruggere un lavoro. Questo è dovuto al fatto che le informazioni uditive dal cervello vengono combinate in maniera automatica a quelle visive. Ciò avviene senza che ne siamo consapevoli». Risultato detto in soldoni: se mentre guardiamo la storia arriva anche una «cattiva» informazione sonora, tutto - altrettanto automaticamente - va all'aria. Gli esempi vanno dalle colonne «sbagliate» per accostamento o per qualità discutibile. Fino al panorama delle «composizioni» messe in piedi con mezzi limitati e che accompagnano pellicole meno nobili, dando il colpo di grazia.

«Nei nostri studi continua la ricercatrice abbiamo notato come i personaggi associati a musiche molto commoventi si tendono a ricordare di più. Anche in questo caso è un automatismo». La materia grigia unisce le informazioni sonore con quelle visive della scena cinematografica. «E il film, in maniera sempre inconsapevole, viene interpretato anche sulla base della musica associata al determinato attore». I casi possono fioccare come neve: chi non ricorda le note di Ennio Morricone e le scene che accompagnano: in La leggenda del pianista sull'oceano: lui, il protagonista, suona dolci note per incidere a bordo un disco e lei, la bella giovanissima occhi azzurri e capelli color paglia, che passeggia davanti all'oblò e sembra guardare; e ancora con un balzo all'indietro fino agli anni Ottanta; come dimenticare i volti di Meryl Steep e Robert De Niro in metro nell'ultima scena di Innamorarsi, con il toccante commento dei violini scritto da David Grusin; infine Lezioni di piano, basta il trailer con le splendide foto della protagonista e la cavalcata delle onde musicali del piano di Michael Nyman. Ciak, cambia musica.

Discorso diverso per quanto riguarda l'utilizzo, nelle pellicole, della cosiddetta musica atonale, o se preferite dissonante: «Viene utilizzata per associare il film a una sensazione di tensione o angoscia o paura - continua la studiosa -. È scelta per i generi thriller, horror e drammatico». Si pensi alla colonna dello Squalo scritta con piglio stravinskiano da John Williams. Il motivo è fisiologico delle agitate reazioni non ti tipo culturale.

«Si è scoperto - conclude Mado Proverbio - che quando veniamo stimolati con musica atonale il cervello reagisce modificando i parametri fisiologici». Aumenta la pressione cardiaca e diminuiscono i battiti. Provare per credere: il film fa spavento, veramente.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica