Se l'organo liturgico suona il Novecento

A volte sono le programmazioni, seppur di nicchia, a mettere a posto le cose. Per esempio, smentire l'idea che i repertori dedicati all'organo - notoriamente strumento molto usato nelle chiese per la musica sacra - siano necessariamente legati ad autori del lontano passato. Partendo da Bach in poi, per fare un nome arcinoto.

Chi volesse la «prova» di quanto sostenuto, oggi dalle ore 16.30 può entrare nel Duomo di Milano per ascoltare brani organistici scritti da autori del Novecento, anche viventi. Alle tastiere il maestro Emanuele Carlo Vianelli, organista titolare in cattedrale, che si misurerà con le composizioni di Alexander Guilmant, Licinio Refice, Pietro Alessandro Yon, Arnaldo Galliera e, dulcis in fundo, con un brano scritto da lui stesso, tutti autori a cavallo tra due secoli. L'appuntamento è da inquadrare nel calendario dei «Vespri d'organo» a cura della Veneranda Fabbrica, oltre a domani una sequela di altri cinque recital, fino a sabato 8 giugno 2019. E ora il ritratto d'autore.

Di questa sfilata di nomi, ecco il Maestro Vianelli, figlio d'arte: suo padre aveva ben tre diplomi musicali e per tutta la vita fu violinista e docente. «Dopo aver ascoltato il concerto per organo, archi e timpani di Francis Poulenc - ha raccontato Vianelli in un'intervista - sono rimasto profondamente colpito, giurai a me stesso che avrei dedicato la mia vita a quello splendido strumento che è l'organo».

Detto e fatto: il musicista ha fatto una carriera tutta alla tastiera, anche come compositore. Già vice organista del Duomo di Milano dal 1998 al 2004, nel gennaio 2005, quale successore di Luigi Benedetti, viene nominato titolare ai grandi organi dell'insigne Cattedrale milanese.

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