Sea «regala» al Comune un assegno da 14 milioni

Sea «regala» al Comune un assegno da 14 milioni

Il Comune incasserà nei prossimi giorni dalla Sea, di cui possiede il 54%, un dividendo di 14,256 milioni di euro. L'assemblea della società aeroportuale, che si è svolta ieri, ha deciso di distribuire 26,4 milioni dell'utile netto 2013 che è ammontato a 52,2 milioni (l'altro grande azionista è il fondo F2i, con il 44% del capitale). I dati sono in flessione rispetto all'esercizio 2012, quando l'utile netto era stato di 64,4 milioni; di questa cifra agli azionisti era andato il 70%, pari a 38,2 milioni.
Pietro Modiano, presidente della società dalla fine di giugno 2013 (quando è succeduto a Giuseppe Bonomi), ha colto l'occasione per fare il punto su alcuni temi caldi per la società, a cominciare dai diversi ruoli di Linate e Malpensa, tema attualissimo visto che la probabile alleata di Alitalia, Etihad, chiede una diversa regolamentazione dei voli da Linate. Dice Modiano: Malpensa è un aeroporto di grande potenziale, che dal 2008, anno del dehubbing di Malpensa, ha retto bene il contraccolpo e continua a crescere nella sua fisionomia di scalo intercontinentale. Dal terzo trimestre dello scorso anno si è registrato un sensibile aumento del traffico passeggeri e merci (+2,9% i passeggeri e +9,6% le merci nel primo trimestre); dato in controtendenza rispetto a consumi e Pil, che fa ben sperare sull'andamento dell'economia. Sul restyling di Malpensa («Era bruttissima e cadeva a pezzi») la Sea ha deciso di investire 28 milioni; i lavori sono in corso e la prima tranche sarà inaugurata tra una decina di giorni.
In parallelo, Modiano ha detto testualmente: «Non fate crescere Linate»; l'Enac dice che oltre gli 8 milioni di passeggeri il servizio degrada. Ma già oggi ne fa 9 e nel 1997 arrivò a 15. Modiano insiste: non può crescere anche per vincoli ambientali e perchè andrebbe rifatta la pista. Ma se, come si dice, il nuovo decreto mantenesse il tetto ai 18 movimenti all'ora e il divieto agli aerei a doppio corridoio, liberalizzando solo le destinazioni, la capacità non aumenterebbe. A questa obiezione il presidente risponde: «Verrebbe danneggiata Malpensa». Inoltre, sottolinea che un provvedimento del genere, visto che avvantaggerebbe soprattutto Alitalia che ha circa il 70% di quota di mercato, esporrebbe a una raffica di ricorsi a Bruxelles.
L'altro tema rovente per Sea riguarda la controllata Sea Handling e la multa da 452 milioni per aiuti di Stato. Qui, continuano i tira e molla con la Commissione e le ipocrisie europee sul concetto di «discontinuità» richiesto a Sea handling. Per il momento è stata costituita Airport handling, sempre al 100% Sea, schermata da un trust, che con nuovi contratti e nuovi mezzi dovrebbe, negli auspici, superare l'esame di Bruxelles. Ma la materia è delicata, complicata e fumosa, e sarà presa in mano dalla nuova commissione che scaturirà dalle elezioni. Il principio di Modiano comunque è netto: un gestore ha il diritto a una propria società di handling, che è un fattore di qualità e una leva competitiva della sua attività. Se dovessimo abbandonarla, cooperative e subappalti difficilmente garantirebbero elevati standard di servizio. «La vera alternativa sarebbe il caporalato».
Di ieri la pronuncia del Consiglio di Stato che ha «riabilitato» Emirates al volo Malpensa-New York, concesso in quinta libertà fino al marzo 2015, sul quale erano stati presentati ricorsi in parte accolti dal Tar. Ora è atteso il giudizio di merito.

In realtà Modiano ha spiegato che l'arrivo di Emirates su un collegamento già effettuato da quattro compagnie ha fatto bene al mercato: nel periodo ottobre 2013-aprile 2014 i passeggeri complessivi sono aumentati del 51%, con un riempimento medio degli aeromobili del 75%. Per la stessa Alitalia, firmataria dei ricorsi, il traffico è aumentato del 57%.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica